“I numeri del mercato del lavoro in Sardegna non inducono all’ottimismo in questo Primo Maggio che rappresenta un’occasione per rilanciare la nostra mobilitazione verso il governo nazionale e la giunta regionale, le cui responsabilità nella mancata gestione delle emergenze e nell’adottare le misure necessarie per le possibili soluzioni sono evidenti”: lo ha detto il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante che nel giorno della festa dei lavoratori sarà a San Gavino per partecipare all’iniziativa organizzata nel piazzale davanti alla fonderia della Portovesme srl. La Cgil sarà inoltre impegnata, insieme alle altre organizzazioni e associazioni a Nuoro, a partire dalle 18 in piazza Italia e poi tutto il giorno a Olbia, per il Primo Maggio al parco Fausto Noce.
Secondo i dati analizzati dal Centro studi della Cgil regionale, il tasso di occupazione nell’Isola è al 54,9%, un dato più basso della media nazionale e molto lontano dagli standard europei, mentre la disoccupazione è all’11,8%, quasi quattro punti sopra la media nazionale, con un livello di partecipazione attiva alla forza lavoro per nulla soddisfacente per i giovani e le donne. Allo stesso tempo, non sembra diminuire la diffusione di lavori con contratti a tempo, dato confermato dal fatto che l’87% dei rapporti di lavoro attivati nel 2022 riguarda contratti a tempo determinato o a carattere stagionale.
Tutto ciò si inserisce nel più generale contesto che vede l’Isola alle prese con le irrisolte questioni delle crisi industriali e delle tante vertenze aziendali aperte, del disastro della sanità pubblica umiliata da anni di tagli alla spesa e al personale che hanno portato al sostanziale diniego del diritto alla salute per tanti cittadini, dell’arretratezza delle infrastrutture e del sistema delle reti, della crisi nella gestione della continuità territoriale e della mobilità interna, per fermarsi solo alle emergenze più evidenti.
“Una situazione che non deve impedirci di guardare al Primo Maggio, alla più solenne giornata di festa e di impegno del mondo del lavoro, con animo privo di fiducia: siamo convinti, infatti, che il movimento dei lavoratori in Sardegna continui ad avere sia la capacità di indicare un radicale cambiamento di prospettiva che la forza per metterlo concretamente in pratica, impegnandosi in un confronto aperto o nel conflitto, se e quando necessario”.
Anche in Sardegna la Cgil ha avviato il percorso di mobilitazione deciso insieme a Cisl e Uil nazionali contro le scelte del governo su fisco, salari, pensioni, sanità e stato sociale, politiche industriali, percorso che vedrà tre diverse manifestazioni interregionali nel mese di maggio, a cui la Sardegna parteciperà con l’obiettivo di indurre anche la giunta regionale a un cambio di passo e a scelte in grado di dare risposte alle domande e ai bisogni dei lavoratori e dei cittadini.
Nei giorni scorsi sindacati e istituzioni del nord-ovest dell’Isola si sono mobilitati con quattro distinte assemblee popolari: “Ci proponiamo – ha detto il segretario – di estendere la mobilitazione e la lotta all’intero territorio della regione”.
Oltre a questo Durante richiama i tre impegni assunti nel congresso regionale chiuso pochi mesi fa. Il primo riguarda la realizzazione degli Stati Generali della Sardegna, chiamando a raccolta le tante intelligenze e le migliori energie presenti nell’Isola per delineare un’idea di futuro e di sviluppo economico, una nuova prospettiva capace di dare fiducia e trattenere i tanti giovani che oggi fronteggiano il dilemma tra restare senza grandi speranze o scegliere,
come avviene sempre più spesso, di andare via. Il secondo impegno è quello di fare della Sardegna il laboratorio di una coraggiosa iniziativa, che altrove sta conoscendo fortuna e buoni risultati: “Vorremmo che si sperimentasse qui la settimana lavorativa di quattro giorni e trentadue ore, come strumento per favorire una migliore conciliazione tra vita e lavoro, per delineare un diverso e migliore equilibrio tra le esigenze della società e quelle dell’economia, per
gestire il cambiamento e la nuova grande trasformazione dell’industria e del modo di produrre, sulla spinta dell’automazione, della digitalizzazione, della diffusione dell’intelligenza artificiale”.
Infine, il terzo impegno, la localizzazione in Sardegna, a Sos Enattos, del telescopio Einstein: “Una sfida tecnologica e industriale di portata straordinaria, un progetto di innovazione e ricerca che riassume in sé la spinta alla modernizzazione e al cambiamento di cui, a nostro avviso, la Sardegna ha bisogno per essere davvero, come abbiamo indicato nel nostro congresso, una regione innovativa, connessa, sostenibile”.