Uscito ufficialmente giovedì 20 aprile, “Mesania” è il documentario che ripercorre le tappe dell’edizione 2022 del festival Pedras et Sonus, manifestazione itinerante che da cinque anni fonde musica e artigianato nell’oristanese con il sostegno del Ministero dei Beni e Attività Culturali, Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione di Sardegna e Corsica e Sardinia Ferries.
Il lavoro, disponibile su profili e pagine ufficiali YouTube, Facebook e Instagram del festival, è ideato dalla musicista mogorese e direttrice artistica Zoe Pia, e racconta quanto accaduto la scorsa estate e lo scorso autunno tra Mogoro, Curcuris e Pau con artisti del calibro di Elio Martusciello, Naomi Berrill, Iarin Munari, Daniel D’Imperio, il progetto Jazz Travellers, e poi Tenore di Neoneli, Tenore di Orosei Antoni Milia, Tenore di Scano di Montiferro, Tenore Murales di Orgosolo, Joy Garrison, Dan Kinzelman e la batterista Francesca Remigi, tra gli altri.
Marchio di fabbrica del festival Pedras et Sonus è la formula in cui musica ed eccellenze dell’arte e artigianato locale dialogano alla ricerca di paesaggi sonori e originali, e commistioni artistiche tra poli museali, chiese, centri storici, e suggestivi scorci naturalistici. E proprio da Zoe Pia nasce l’esigenza di raccontare il festival attraverso un documentario annuale, per tramandarne l’essenza attraverso la propria voce e quella di artisti del calibro, tra gli altri, di Paolo Fresu e Paolo Angeli, che nelle scorse edizioni hanno fornito il proprio contributo a testimonianza del forte legame che unisce il festival da lei organizzato con importanti realtà internazionali come il festival Time in Jazz e Isole che Parlano.
“Mesania” ritrae i protagonisti della passata edizione, sottolineando l’importante legame tra musica e tradizione, elemento peculiare di tutta la manifestazione. Nelle immagini del regista Alberto Gambato (con i sottotitoli in inglese di Eleonora Pilloni) viene posto l’accento su due importanti novità che hanno caratterizzato la passata edizione del festival: è nato il nuovo format denominato Jatzilleri che ha visto sei locali di Mogoro tramutarsi per una sera in Jazz Club, accogliendo artisti sardi attivi in ambito internazionale, alcuni dei cosiddetti “cervelli in fuga” che hanno trovato poco spazio nella terra natale. È poi stato attivato il ramo dedicato al focus del patrimonio identitario sul canto a Tenore all’insegna della sostenibilità ambientale, nel mese di ottobre per rafforzare allo stesso tempo lo sviluppo turistico del territorio, destagionalizzandolo.
«La quinta edizione del festival Pedras et Sonus ha rivelato la simbologia del numero cinque con un insieme di novità che si ritrovano nella definizione di limba de mesania», spiega la direttrice artistica Zoe Pia. «Per limba de mesania (in italiano “lingua di mezzo”) si intende un insieme di dialetti romanzi non riconducibili completamente alle due varietà principali della lingua sarda, il logudorese e il campidanese, in quanto portatori, in diversa misura, di elementi di tutte le due varietà. Il cortometraggio Mesania a cura del regista Alberto Gambato documenta il cuore pulsante dell’edizione 2022 del festival, con il viaggio iniziale nel traghetto del partner tecnico Corsica-Sardinia Ferries. Il viaggio è il momento in cui ci si prepara a ciò che sarà, quando dal “continente” ci si dirige verso l’isola è un subbuglio di emozioni, un’energia poliritmica e politonale pronta a esplodere una volta salpati, alla ricerca di una sincronizzazione con l’isola totalizzante, molto forte nei sardi emigrati che ritornano a casa.»
Il prossimo festival Pedras et Sonus è attualmente in fase di sviluppo con azioni che si strutturano tenendo conto del fenomeno chiamato Neural Entrainment to the Beat. È stato rilevato, infatti, che l’attività bioelettrica del cervello, osservata attraverso le oscillazioni di ritmo dell’elettroencefalogramma, tende a sincronizzarsi con la frequenza della stimolazione uditiva. Questo è uno dei principi cardine che trova la sua linea creativa nel rispetto dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto dall’ONU.
A Zoe Pia, intanto, è stata affidata la direzione artistica del Maggio Rodigino, che quest’anno a Rovigo vivrà la sua sesta edizione dal 2 al 31 maggio all’insegna di sostenibilità e accessibilità, con ospiti del calibro di Demo Morselli, Trilok Gurtu, Dena DeRose, Dave Weckl, Tom Kennedy, lo svedese Mats Gustafsson, il concertista Ruggero Livieri e la Venezze Dixieland Band.
IL FESTIVAL – Il festival Pedras et Sonus nasce nel 2018 da un’idea della musicista e compositrice mogorese Zoe Pia, tra i più giovani direttori artistici in Sardegna (nasce, infatti, nel 1986) ed è sostenuto fin dal primo momento dall’Unione dei Comuni Parte Montis e dalla Fondazione di Sardegna. Nelle sue prime edizioni ha ospitato artisti del calibro di Antonello Salis, Mauro Ottolini, Baba Sissoko, Njamy Sitson, Paolo Angeli, Bebo Ferra e Ada Montellanico, costruendo e ampliando collaborazioni con importanti realtà come l’Università degli Studi di Cagliari, il Festival Internazionale Time in Jazz, il Conservatorio di Musica G.P. da Palestrina di Cagliari e il Conservatorio di Musica “Francesco Venezze” di Rovigo. La kermesse rivolge una particolare attenzione al coinvolgimento attivo delle nuove generazioni di bambini e ragazzi e delle nonne, attraverso laboratori specifici (sensibilizzazione all’arte del riciclo, all’utilizzo della lingua sarda, allo sviluppo di valori di rispetto reciproco), oltre che alla valorizzazione dell’arte in ogni sua molteplice accezione, in costante dialogo con le varie e innumerevoli realtà locali.
Nell’immagine: Zoe Pia. Credito fotografico: Andrea Verzola