Iniziativa a Cinisello Balsamo in collaborazione con la Fasi. Ripartono le trasferte fuori dall’isola del progetto della Fondazione Maria Carta dedicato al contrasto allo spopolamento
Ritornano gli eventi fuori dalla Sardegna promossi dalla Fondazione Maria Carta nell’ambito del progetto “Fremmos”, dedicato al tema del ripopolamento dei comuni della Sardegna e al più ampio fenomeno del calo dei residenti nelle piccole comunità, che ormai interessa, con differenti modalità, vaste aree anche della Penisola e dell’intero continente europeo. Venerdì 27 gennaio a Cinisello Balsamo (Milano), in collaborazione con il Coordinamento Centro Nord della Fasi (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), a partire dalle 20,30, nell’Auditorium in piazza Sacra Famiglia 1, è in programma la serata “Freemmos – Liberi di restare”. Dopo i saluti iniziali, sarà presentato nel dettaglio il progetto e verrà proiettato il docufilm sulle iniziative organizzate in cinque anni in diverse località. Anche per l’evento di Cinisello verrà riproposta la formula consolidata che vede alternarsi momenti di riflessione a spazi musicali. Si esibiranno la cantante Maria Giovanna Cherchi e il duo Fantafolk (Andrea Pisu, launeddas, e Vanni Masala, organetto). Sarà presente Leonardo Marras, presidente della Fondazione Maria Carta. «Superata l’emergenza pandemica degli ultimi anni, che ci aveva costretto a rallentare l’attività, riprendiamo con le trasferte di Freemmos fuori dalla nostra isola – spiega il presidente Marras –. E lo facciamo incontrando le comunità dei sardi che da tanti anni vivono in Lombardia, dove si sono bene integrate e costituiscono un’importante realtà anche lavorativa. Questa della promozione dei rapporti con i circoli dei sardi è uno degli obiettivi statutari della Fondazione Maria Carta. Nel nome di Maria, del resto, abbiamo portato e continuiamo a portare la Sardegna nella Penisola e nel mondo. L’appuntamento a Cinisello ci vedrà insieme alla Fasi, a conferma dell’ormai consolidata collaborazione con la Federazione dei Circoli dei Sardi».
Il progetto Freemmos. I numeri sono impietosi: ben 85mila residenti persi nell’ultimo decennio, una trentina di paesi destinati a scomparire nei prossimi 40/60 anni. Al 2022, secondo i dati dell’Istat, in Sardegna ci sono un milione e 587mila residenti; solo dieci anni fa l’isola aveva raggiunto il suo massimo storico, con un milione e 670mila abitanti. Occorre attirare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica su un fenomeno che, se non arginato, nel giro di poco tempo avrà una portata dirompente. Una vera e propria emergenza spopolamento che sta investendo la Sardegna e sulla quale la Fondazione Maria Carta vuole tenere accesi i riflettori, con l’obiettivo di stimolare il dibattito, sviluppare riflessioni e favorire analisi, utili a trovare soluzioni adeguate. È nato così nel 2017 il progetto ‘Freemmos’, il cui nome unisce in un neologismo il termine inglese ‘Free’ e la parola sarda ‘Frimmos’ (fermi), per rappresentare in maniera rapida e diretta la libertà di restare, di poter scegliere di non andare via. Gli eventi organizzati nelle comunità toccate nel tempo dalle varie tappe di Fremmos mettono quindi insieme l’aspetto culturale e musicale con la discussione su cosa fare e come intervenire contro lo spopolamento.
Il rapporto con i Circoli dei sardi. «La Fasi riparte con le sue attività culturali insieme alla Fondazione Maria Carta – dichiara Bastianino Mossa, presidente della Fasi – e lo fa nel solco delle iniziative proposte nei mesi scorsi, segnatamente a Fiorano Modenese, nella Circoscrizione Nord Est della nostra federazione. La presenza in questo evento dei circoli della Lombardia, che di fatto costituisce la Circoscrizione Centro Nord della Fasi, anche la più numerosa delle quattro nelle quali è ripartita la federazione, costituisce un importante sostegno al progetto Freemmos, che si oppone alla piaga impietosa dello spopolamento che affligge la nostra Isola e in modo particolare le sue zone interne».
La Fasi svolge quasi quotidianamente nei suoi circoli attività culturali che si affiancano ad altre di carattere sociale ed economico. «Per tutti noi emigrati l’esempio e l’insegnamento che ci ha dato Maria Carta rappresenta un caposaldo del nostro modo di proporre la cultura canora e musicale della Sardegna. E Maria ci ha anche insegnato l’importanza della comunicazione», conclude Mossa.