Sassari. Venerdì 14 marzo, in occasione del 47esimo anniversario della strage di Via Fani, l’Associazione culturale 25 aprile, l’Arci Nord Sardegna e il Centro culturale Arci Tom Benetollo hanno organizzato la proiezione del documentario d’inchiesta “Com’è Nato un golpe. Il caso Moro” (regia di Tommaso Cavallini). L’appuntamento è alle ore 19 al cine teatro Astra. La proiezione sarà introdotta da Patrizia Marongiu segretaria dell’Associazione 25 Aprile e Franco Uda presidente Arci Nord Sardegna. L’ingresso è gratuito. Il patrocinio è del Comune di Sassari.
Giovedì 16 marzo alle ore 9 in via Fani a Roma un commando di terroristi apre il fuoco sulla scorta del presidente della Dc Aldo Moro uccidendo Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera: Francesco Zizzi gravemente ferito morirà qualche ora dopo. Moro, illeso, prelevato dalla sua auto è rapito dai terroristi delle Brigate Rosse. Quello stesso giorno alla Camera si presenta il governo monocolore Andreotti che il Partito comunista italiano, facente parte per la prima volta di una maggioranza, fa fatica a sostenere per la sua composizione.
Comincia un periodo drammatico della storia della Repubblica. Cinquantacinque giorni di prigionia che si concludono con l’assassinio del leader democristiano. Un periodo ampiamente scandagliato dalle indagini della magistratura, dal lavoro delle varie commissioni d’inchiesta parlamentari ma ancora zeppo di omissioni e zone d’ombra. La più significativa è proprio la dimensione internazionale del sequestro e dell’omicidio di Moro, le connessioni con la loggia P2 insediata ai vertici dei servizi segreti e delle forze di sicurezza, il ruolo degli “esperti” del Dipartimento di Stato Usa, la vera natura delle Brigate Rosse di Moretti, la fretta di chiudere il caso con una verità di Stato, l’atteggiamento del mondo “atlantico”, le omissioni, i depistaggi, le carte del presidente Dc.
L’agguato di via Fani” è un’azione di guerra non convenzionale – un vero e proprio golpe – che in meno di due minuti colpisce a morte i 5 agenti della scorta del Presidente della Dc, lasciando Aldo Moro illeso. Un’operazione di alta perizia militare, che nel documentario viene ricostruita collocando sulla scena personaggi come il 24enne David, statunitense di origini italiane addestrato in Vietnam, che ha contribuito ad organizzare l’evento culminante della strategia della tensione.
“La II^ Commissione parlamentare d’inchiesta sul delitto Moro nel 2017 – si legge nella scheda del documentario – ha apportato nuove prove che confutano la “verità ufficiale” originata dal “Memoriale Morucci”, confezionato in carcere con la regia del Sisde, con la fattiva collaborazione di settori della Dc, poi avallato dai brigatisti e da alcuni magistrati. La realizzazione del “memoriale” è un’operazione politica e di intelligence per la quale in seguito i brigatisti, hanno ottenuto benefici penitenziari. La II^ Commissione Moro ha segretato parte del suo lavoro, non approfondendo gli elementi emersi e tombando quindi nuovamente l’affaire Moro”.
Il documentario ripercorre le ultime fasi della vita politica di Aldo Moro, dal viaggio negli States del 1974 per poi concentrarsi sul rapimento, le prigioni e l’uccisione del Presidente della DC.