Il 2024 si chiude con un netto calo della spesa per le opere pubbliche in Sardegna, accompagnato da un lieve aumento del numero di bandi di gara. Secondo il report del Centro Studi della CNA Sardegna, l’importo complessivo dei lavori a base d’asta ammonta a 1,25 miliardi di euro, distribuito su 734 appalti. Questo dato segna una contrazione del 48% rispetto all’anno precedente, mentre il numero dei bandi cresce debolmente (+2%).
La riduzione degli importi in gara deriva dall’eccezionale livello di spesa registrato nel 2023, quando le amministrazioni pubbliche hanno dovuto accelerare l’utilizzo delle risorse disponibili per rispettare le scadenze imposte. Il rallentamento attuale può quindi essere interpretato come un ritorno a livelli di spesa più fisiologici. Tuttavia, la lieve crescita nel numero di bandi potrebbe indicare una possibile inversione di tendenza, dopo la flessione causata dall’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti a metà 2023 e dal graduale esaurimento dell’effetto PNRR. Negli ultimi quattro mesi dell’anno, infatti, il numero di gare mensili si è attestato sopra le 80, tornando ai livelli del biennio 2018-2019, rispetto alle 44 e 55 gare dei due quadrimestri precedenti.
Il mercato regionale si attesta su una media di 100 milioni di euro in gara al mese, un valore inferiore ai 200 milioni del 2023 e ai 150 milioni del 2022, ma comunque superiore alla capacità di spesa del biennio 2018-2019, che si aggirava sui 70 milioni mensili. Questo dato conferma un progressivo ritorno alla normalità dopo gli anni condizionati dalla pandemia e dalle misure straordinarie per la ripresa economica.
L’analisi della CNA evidenzia una polarizzazione del mercato verso interventi di dimensioni più contenute. Gli appalti sotto i 150 mila euro sono aumentati del 48% in numero e del 46% in valore, mentre le gare sopra i 500 mila euro sono diminuite di quasi un terzo, passando da 344 a 253, con una spesa complessiva quasi dimezzata (da 2,3 a 1,2 miliardi di euro). Di conseguenza, il valore medio delle gare si è ridotto, passando da 3,3 milioni a 1,7 milioni di euro.
I comuni si confermano il gruppo di committenti più attivo, con 342 bandi pubblicati rispetto ai 316 del 2023. Seguono la Regione e gli enti locali minori, oltre alle grandi committenze, seppur con una riduzione generale degli importi messi a gara. In particolare, il calo della spesa è stato più contenuto per i comuni (-33%), mentre è risultato particolarmente significativo per le aziende speciali (-71%), le amministrazioni centrali (-83%) e l’ANAS (-35,6%).
Il fenomeno non è circoscritto alla Sardegna: a livello nazionale, sette regioni hanno registrato una contrazione della spesa pubblica per le opere pubbliche più marcata rispetto a quella osservata sull’isola, mentre altre sei si collocano comunque in territorio negativo. Solo Calabria, Friuli-Venezia Giulia e Liguria presentano un bilancio economico positivo. Sul fronte della domanda, la debole ripresa sarda rappresenta un’eccezione, con solo altre due regioni (Trentino-Alto Adige e Veneto) che nel 2024 hanno registrato un incremento del numero di bandi, seppur con aumenti ben più consistenti rispetto alla Sardegna.
Secondo Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della CNA Sardegna e presidente di CNA Costruzioni, il quadro generale evidenzia il graduale esaurimento dell’effetto PNRR e un ritorno a una domanda più stabile da parte delle amministrazioni pubbliche. Tuttavia, le imprese del settore si trovano ad affrontare sfide complesse: condizioni di accesso al credito sempre più rigide, prezzi elevati dei materiali e carenza di manodopera qualificata. Inoltre, diventa sempre più cruciale adattarsi ai cambiamenti del mercato, cogliendo le opportunità legate all’innovazione e all’evoluzione del settore.
Il 2024, dunque, si chiude con un panorama misto: da un lato, una domanda che mostra segnali di stabilizzazione, dall’altro, una spesa pubblica ancora in fase di assestamento. Il futuro delle opere pubbliche in Sardegna dipenderà dalla capacità di superare le difficoltà attuali e di sfruttare al meglio le risorse disponibili per sostenere lo sviluppo infrastrutturale dell’isola.