Salvatore Rubino con Esmeralda Ughi (a sinistra) e Maria Bernardetta Nurra

di Pier Luigi Rubattu

Sassari. Da quando il tennis si è arreso alle magliette variopinte e persino alle canotte, gli ultimi “gesti bianchi” rimasti nel mondo dello sport sono quelli della scherma. Bello vedere signore e signori non più giovani (come nella foto che illustra quest’articolo) nelle loro divise candide. In pedana, calata la maschera, celati agli spettatori i segni dell’età, resta la postura elegante del duello, la finezza della stoccata.

Salvatore Rubino, professore di Microbiologia all’Università di Sassari, è uno dei diciotto master che al Circolo Schermistico Sassarese parano la noia e rispondono agli acciacchi allenandosi tre volte alla settimana nel palatenda di via Togliatti. Poi, appena possono, prendono l’aereo per trasferte in cui il piacere dell’agonismo si associa alle gioie del turismo culturale e gastronomico.

Tutta salute, spiega il professore tra un assalto di spada e l’altro: “Il nostro è uno sport molto mentale, ma fa anche molto bene al corpo. Un ricercatore che praticava la scherma ha condotto uno studio sul mantenimento muscolare paragonando sé stesso al figlio. Bene, è emerso che la muscolatura di un master ha una performance paragonabile a quella di un giovane, quando alla stessa età, se non si fa movimento, è praticamente distrutta”.

Il gesto è “bianco” come quelli cantati dal grande Gianni Clerici, ma ovviamente un po’ lento e appannato. E Rubino ne prende atto, lui che sta per entrare nella quarta e ultima categoria dei master, “dai 70 anni all’eternità”, scherza. “Da ragazzo avevo portato a fare scherma Gianfranco Ganau, l’ex sindaco, che era in classe con me (ci allenavamo alla Brigata Sassari in viale Umberto, in un sottoscala). Poco tempo fa mi ha chiesto: com’è adesso? ‘Come prima – gli ho risposto -. La mente c’è. Non ci sono le gambe’. Non siamo più quelli di una volta, ma ho visto certi incontri… C’è Carlo Romanelli, un master famosissimo, ex campione italiano di spada, che quando cammina sembra abbia bisogno del baccolo, ma appena entra in pedana si trasforma, è di un’eleganza incredibile”.

Quanti sono gli schermidori master in Italia? “Circa ottocento. Ci dividiamo in tre categorie. I fortissimi, che non hanno mai smesso: facevano scherma da giovani, poi sono diventati maestri. Quelli come me, che hanno smesso più o meno negli anni dell’università e hanno ripreso molto più avanti. Infine la terza categoria, quella di chi ha iniziato da grande, che secondo me è la più interessante. Accompagnavano i figli a fare scherma, hanno cominciato a tirare e hanno proseguito, mentre i loro ragazzi molto spesso smettevano. Qui al Circolo, se non mi sbaglio, soltanto io e il tenente colonnello Basili della Brigata Sassari abbiamo fatto scherma da giovani”. Conferma il presidente del Circolo Schermistico Sassarese, Marco Mignano, farmacista: “Io non combatto, ma sono stato cooptato alla scherma per ‘colpa’ di mia figlia, che ora è arbitro nazionale. I dirigenti qui sono tutti genitori”.

Al gruppo dei debuttanti tardivi appartiene anche la moglie di Rubino, Esmeralda Ughi, insegnante, ex presidente del consiglio comunale: “Il sabato gli amici ci invitavano a cena e lei rispondeva: ‘Devo accompagnare il bambino a fare le gare’. Una volta siamo andati a un camp a Chianciano: si sta una settimana in albergo, si fanno molte lezioni, si tira con gente da tutto il mondo. Esmeralda ha provato e ha riscoperto la dimensione del combattimento che le è naturale: in gioventù è stata vicecampionessa italiana di lotta”. Da allora il bambino e la bambina scendono in pedana insieme.  “Sì, ci stiamo divertendo. Per me è un momento particolare, sto per compiere settant’anni e andare in pensione. Penso che la mia vita per un paio d’anni sarà focalizzata sulla scherma, spero a un livello buono”.

Prima dell’intervista il professor Rubino si stava consultando con la mental coach del Circolo. “Se ti piace combattere ti piace anche vincere. A livello nazionale c’è gente che se perde… Ho tirato con uno che era arrivato quinto ai Mondiali, mi ha dato una stoccata al ginocchio, ma il segnapunti elettronico non è scattato, come a volte può succedere. Si è incazzato, si è tolto la maschera, il giudice gli ha dato un punto di penalità che io ho accolto volentieri. E l’ho battuto. Per lui è stato un vero dramma”.

Davanti a Salvatore Rubino si apre una finestra di grandi opportunità: entra nella quarta e ultima categoria dei master e sarà uno dei più giovani in pedana. “Sì, ma fra gli avversari avrò tre campioni del mondo”. In ogni caso il professore ha un passato agonistico rispettabile: “In Sardegna ero tra i più bravi nella spada, ho fatto un terzo posto qui a Sassari in una gara nazionale dove venivano tutti i più forti. Ho gareggiato anche negli Stati Uniti, dove ho lavorato per due anni a San Diego. Poi ho smesso di nuovo e ho ricominciato quattro anni fa. Ci dovrebbe essere un’incentivazione agli anziani a fare sport: gli acciacchi ce li hai, ma ce li hanno anche i giovani, che hanno sempre meno voglia di muoversi perché da bambini gli fanno fare di tutto e alla prima difficoltà si scocciano”.

Piccolo consuntivo economico: i master, in generale, invecchiano bene e fanno risparmiare il servizio sanitario; per il resto non badano a spese, a beneficio sia delle società sportive, alle quali danno un prezioso sostegno economico e operativo, sia dei produttori di abbigliamento e attrezzature (la scherma tra l’altro è uno sport discretamente costoso). “Se vedo le foto di quando ero ragazzo… avevo la divisa tutta bucata e rattoppata – ricorda il professor Rubino -, oggi non mi farebbero tirare perché l’attenzione alla sicurezza è incredibile. La vita da master è un’altra cosa. Nessuno lesina sull’albergo, dopo le gare si va a cena ben vestiti. L’aspetto notevole è l’interazione sociale. Ogni mese fai una gara in Italia o all’estero e ti capita di incontrare gente interessante che non avresti mai conosciuto nella vita, per dire, il pilota dell’aereo papale di Giovanni Paolo II. E ti godi il viaggio: quando gareggi da ragazzino vai in una città e non te ne importa niente, noi ci facciamo i nostri bei giri”.

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Questi gli altri componenti della squadra master del Circolo Schermistico Sassarese:
Mariangela Busi; Maria Bernardetta Nurra; Maria Rita Lucia Barria; Fabio Poddighe; Emiliano Achenza; Giuseppe Murru; Marco Di Stefano; Stefano Serra; Olesya Romanko; Stefano Basili; Pierpaolo Riccobono; Adriana Asara; Lucia Guastaferro; Pietro Dossena; Alessio Calantropio; Roberto Achenza