di Pier Luigi Rubattu

In un laboratorio privato d’analisi per i soliti controlli che a una certa età è bene fare. Operatrice allo sportello gentile, efficiente e simpatica.

“Tessera sanitaria?”
Porgo il telefonino: “Eccola, scaricata sull’App Io come il governo ci ha caldamente raccomandato”.
“Grazie”.
Raggio rosso dello scanner sul codice a barre, da sinistra a destra, da destra a sinistra.
“Ce l’ha la tessera di plastica?”
“No”.
“Questa sul cellulare non riesco a leggerla”.
“Pensavo di essere un cittadino ligio, aggiornato e prudente. Gli spot consigliavano di scaricare tessera sanitaria e patente sull’App, è ovvio che poi non rischio di perdere gli originali portandomeli dietro”.
“Sì, ma evidentemente il mio lettore al momento è meno aggiornato dell’App. Per una volta il pubblico batte il privato”.
“Sono venuto qui cento volte, ce l’avrete il mio codice fiscale”.
“Certo. Però la procedura è che dobbiamo scannerizzare la tessera sanitaria”.
La signora è intelligente e capisce che insistendo perderebbe solo tempo. Compulsa le prescrizioni, copia qualche cifra, mi chiede la conferma della data di nascita. Fatto.

“Ah, scusi, mi aggiungete l’esame del Psa? Sa, noi vecchietti, la prostata, la prevenzione…”
“Come mai non ha la prescrizione?”
“Il medico di base mi ha detto che non può farla perché il Psa adesso è sempre a pagamento”.
“Sì è vero, ma se qualcuno glielo avesse prescritto lo pagherebbe di meno”.
Comincio a confondermi, non me ne importa più niente, sono a digiuno, sogno il cappuccino e la pesca che mi concederò alla pasticceria Puggioni.
“Ormai sono qui, mettiamoci anche il Psa”.

La pesca è buonissima: “Per fortuna che non ci mettete il ripieno di crema che schizza fuori e sporca la faccia”.
“Scherza signor Rubattu? Non c’è dubbio che la pesca si fa così: pasta morbida, crema solo tra le due metà”.
La discussione pasticcera entra nei dettagli. Spiegazioni razionali e comprensibili. È il primo momento della mattinata in cui mi sento un cittadino consapevole e rispettato.
Tornando a casa mi ricordo che cittadino fa rima con cretino.

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