Oristano. Ultimi giorni, a Oristano, per visitare “Kolossòi. Pastorello nell’Isola dei Giganti”, la mostra in corso dallo scorso 19 ottobre negli spazi ritrovati del Foro Boario. Aperta dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (biglietto a cinque euro), l’esposizione chiude i battenti questa domenica (19 gennaio) con una giornata a ingresso gratuito che alle 17 vedrà la partecipazione dello stesso artista sassarese.
Curata da Ivo Serafino Fenu nell’ambito della scorsa edizione (la ventiseiesima) del festival Dromos, e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Oristano in collaborazione con la Fondazione Oristano e la Fondazione Mont’e Prama, “Kolossòi” è la più ampia mostra dedicata a Pastorello, al secolo Giovanni Manunta, classe 1967, tra i protagonisti più rappresentativi del panorama artistico sardo degli ultimi decenni: in esibizione oltre sessanta opere, tra cui molte inedite, alcune provenienti dalla Collezione Giuseppe Demara, dalla Collezione Nicola Cocco e dalla Collezione Roberto Pisano.
I lavori ospitati dal Foro Boario rendono omaggio alle monumentali statue rinvenute dall’archeologo Giovanni Lilliu nel sito di Mont’e Prama, approfondendo l’etimologia del termine “kolossòi”; le opere di Pastorello non si limitano a celebrare semplicemente quelle sculture, ma offrono una prospettiva metafisica e metastorica su un’isola abitata da giganti, creature selvagge, alberi primordiali e paesaggi pre e post-umani; mondi in continua trasformazione, popolati da figure seducenti e al tempo stesso inquietanti, che si configurano come una vera e propria “trappola visiva”, frutto di un artista che ha fatto della pittura il cuore pulsante della propria esistenza.
Ambigua e depistante, l’arte di Pastorello è ricca di riferimenti culturali impliciti, che spaziano dal Rinascimento nordico a visioni apocalittiche e virtuali: «Pittore puro, nei suoi paesaggi pre-adamitici e psichedelici non veicola messaggi che non siano inerenti alla stessa prassi pittorica, da qui la loro ambiguità semantica, la loro autoreferenzialità e il loro essere alieni e fintamente ospitali», osserva Ivo Serafino Fenu nel ricco catalogo di novantasei pagine della mostra offerto gratuitamente ai visitatori; «Paesaggi come metafore del processo creativo, in sé assoluto e intangibile, sì da far dire all’artista che “la pittura avvicina il soprannaturale alla natura: è l’ultima manifestazione del metafisico, naturale e innaturale non sono del tutto opposti, in quanto fanno parte di questo mondo il loro vero opposto è il soprannaturale”».
Tra le opere esposte, una grande installazione, realizzata in collaborazione con il ceramista Salvatore Farci e lo Studio K&P (Giovanni Manunta, Gabriele Moretti, Salvatore Piroddi e Giuseppe Tavera), che svela il significato nascosto del titolo: “Kolossòi” è un viaggio nell’universo artistico di Pastorello, un viaggio dove il confine tra mito e realtà si sfuma; «un viaggio ideale, con forti valenze concettuali su temi più universali e una meditazione, non priva di un distaccato disincanto, sulla relatività e sulla fragilità del legame tra gli esseri umani e la natura, nella consapevolezza che passare dalle vicissitudini di Odisseo a quelle di Gulliver è un attimo», osserva ancora Ivo Serafino Fenu: «Un viaggio, un percorso visivo, che ci costringe a misurarci con condizione esistenziale ove i rapporti di forza e financo quelli proporzionali divengono relativi e precari, perché è tutto un attimo anche vedersi trasformare da Polifemo in abitante di Lilliput».
«Questa esposizione è molto più di una semplice raccolta di opere: è un viaggio attraverso una dimensione sospesa tra mito, storia e immaginazione», sottolinea nelle stesse pagine del catalogo l’assessore alla Cultura del Comune di Oristano Luca Faedda, che ha fortemente voluto questa mostra per riaffermare il Foro Boario come punto di riferimento per l’arte contemporanea non solo per la città ma per tutta la Sardegna: «Pastorello ci conduce in un’isola popolata da colossi e creature ibride, dove l’eco delle antiche statue di Mont’e Prama si intreccia con una pittura che sfida lo sguardo e seduce con la sua potenza evocativa. “Kolossòi” è una mostra che parla dell’isola, della sua identità e della sua capacità di generare bellezza, ma anche di inganno e meraviglia. È un invito a riflettere sulle proporzioni, sui ruoli e sulle prospettive, in un momento storico in cui spesso ci sentiamo piccoli di fronte alle sfide del nostro tempo».
«Kolossòi evoca un immaginario potente e quasi onirico, metastorico e metafisico: un incontro tra il contemporaneo e la mitologia sarda, tra giganti, creature e miti millenari che emergono come ponti tra l’arte moderna e le radici storiche dell’Isola», aggiunge Sebastiano Corona, tra gli organizzatori del festival Dromos, intreccio vibrante di espressioni artistiche, dalla musica all’arte visiva contemporanea e ipercontemporanea: «Il Foro Boario più che una destinazione, o un luogo, diventa così un punto di partenza, apripista di un varco verso una Sardegna dialogante e interculturale, fedele alle proprie origini ma aperta al mondo. In collaborazione con enti amministrativi, partner e sponsor, Dromos intende contribuire a rendere il Foro Boario un centro pulsante di installazioni artistiche continuative, una strada verso la democratizzazione dell’arte e la crescita culturale della comunità».
Per informazioni, la segreteria di Dromos risponde al numero di telefono 0783310490, al numero whatsapp 3348022237 e all’indirizzo di posta elettronica info@dromosfestival.it. Notizie e aggiornamenti sul sito www.dromosfestival.it, sul canale Telegram e nelle pagine Facebook e Instagram di Dromos.