La scalinata di Via Adelasia verso viale Umberto

Sassari. Non è una segnalazione che facciamo per buttarla in politica, dato che le cose stanno così da circa mezzo secolo, nella successione di amministrazioni comunali della Prima e della Seconda Repubblica, di giunte dalle più svariate composizioni partitiche, di sindaci eletti direttamente o indirettamente, di commissari che ogni tanto si sono accasati a Palazzo Ducale.

Il dato di cronaca è semplice: via Adelasia (“Giudicessa sec. XIII”, precisa la targa), la doppia scalinata con al centro un rettilineo alberato nel Fosso della Noce, tra via Principessa Jolanda e viale Umberto, è inguardabile.

Non è un’opinione, ecco alcune foto degli ultimi giorni. La sporcizia onnipresente i blocchi di pietra delle aiuole divelti e sparsi qua e là, le piante che a volte, malridotte, resistono ma più spesso non ci sono più.

Che cosa abbia portato alla devastazione di uno spazio molto bello al centro della città è noto. Il dilagare dell’eroina negli anni Settanta trasformò la scalinata sotto viale Umberto nel regno dei tossicodipendenti. Per tanto tempo passarci, al buio ma anche di giorno, ha fatto paura, con l’aggravante di doversi destreggiare su un tappeto di siringhe.

Ci sono stati tentativi di ripulire e ingentilire, aperture di locali, ma niente, in via Adelasia tutto cade sempre a pezzi, i rifiuti restano per giorni, soltanto i murales danno una nota vitale e positiva. Attraversare questo passaggio nel Fosso della Noce continua a essere un’esperienza spiacevole, a qualsiasi ora della giornata. Eppure, in via Principessa Jolanda, si possono vedere le vicine scalinate di via Regoli e via Vittorio Veneto decentemente pulite e tenute in ordine.

Da mezzo secolo via Adelasia è un’isola che resiste a ogni tentativo di decoro urbano: e alla fine è così perché i sassaresi la vogliono così. Qualsiasi amministratore sa che metterci dei soldi per sistemarla è il peggiore degli investimenti, tanto poi ridiventa un pascolo per i vandali.

Si può fare qualcosa? Ingabbiarla con cancellate chiuse di notte, come i giardini pubblici, ovviamente è fuori discussione data l’esistenza di accessi a proprietà private. Telecamere? Presidio costante dei vigili urbani? La soluzione è certamente complicata. C’è qualche idea in giro?