Sardegna. Mentre la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA/VAS esprime due pareri fortemente negativi nell’ambito dei relativi procedimenti di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) di due centrali agrivoltaiche, un imponente repowering di una centrale eolica ottiene l’autorizzazione unica regionale per silenzio assenso da parte della Regione autonoma della Sardegna.
La Commissione Tecnica VIA/VAS ha emanato il proprio parere nettamente negativo nell’ambito del procedimento di V.I.A. relativo al Progetto di impianto agrivoltaico della potenza di 358 MWp con sistema di accumulo di capacità pari a 82,5 MWh e relative opere di connessione alla rete RTN, da realizzarsi nel comune di Sassari nelle frazioni di Palmadula, La Corte, Canaglia, Li Piani, San Giorgio, Scala Erre e ha fornito il proprio parere ampiamente negativo nell’ambito del procedimento di V.I.A. riguardante il Progetto di un impianto agrivoltaico denominato “Guspini”, della potenza di 64,40 MW e delle relative opere di connessione alla RTN, da realizzarsi nel comune di Guspini (SU).
Difficilmente i pareri negativi della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA/VAS vengono disattesi in sede di formulazione dei provvedimenti ministeriali conclusivi dei procedimenti di V.I.A.
Oltre mille ettari della Nurra, quindi, difficilmente diventeranno un impianto industriale di produzione energetica, analogamente a un’altra ottantina di ettari di terreni agricoli nel Guspinese.
L’Assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Rosanna Laconi ha prontamente rivendicato il fondamentale ruolo svolto dalla Regione: “Questo risultato conferma l’impegno determinato della Regione nel difendere il proprio territorio da interventi che potrebbero causare danni irreparabili all’ambiente, al paesaggio e ai valori culturali unici che caratterizzano la nostra isola. Il nostro obiettivo è garantire uno sviluppo sostenibile che non comprometta le risorse naturali e identitarie della Sardegna”.
Poco probabile, invece, che rivendichi il determinante ruolo regionale nella vicenda dell’autorizzazione per silenzio assenso al progetto di ristrutturazione e potenziamento della centrale eolica Erg Wind Energy s.r.l. “Parco eolico Nulvi Ploaghe” (27 “torri” eoliche, potenza complessiva MW 121,5).
A breve distanza dalla splendida Basilica della SS. Trinità di Saccargia.
Dopo lunghe vicissitudini, il progetto ha ottenuto la definitiva autorizzazione unica (art. 12 del decreto legislativo n. 387/2003 e s.m.i.) grazie al formarsi del silenzio assenso (art. 7 del decreto-legge n. 50/2022 convertito nella legge n. 91/2022) da parte della Regione autonoma della Sardegna: quest’ultima riteneva che la mancanza di disponibilità delle aree da parte della Società energetica inibisse il rilascio dell’autorizzazione, ma “la loro effettiva disponibilità dipenderà dallo svolgimento delle procedure espropriative a valle dell’avvenuta conclusione del procedimento autorizzativo” ha affermato la sentenza T.A.R. Sardegna, Sez. II, 25 novembre 2024, n. 847.
Il rilascio dell’autorizzazione unica prevede che si possa “in sede di presentazione della domanda” richiedere “la dichiarazione di pubblica utilità e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio per le aree interessate dalla realizzazione dell’impianto e delle opere connesse”, come effettivamente avvenuto.
Quindi, “deve ritenersi tacitamente formato, nel caso concreto, il titolo autorizzativo per la realizzazione delle opere di repowering del parco eolico, descritto nel ricorso, a seguito del decorso del termine di 60 giorni previsto dal d.l. n. 50/2022 dalla presentazione dell’istanza”.
Un risultato ben difficile da vantare per l’Amministrazione regionale sarda.
Una conferma della necessità della moratoria nazionale per l’installazione di nuovi impianti di produzione energetica chiesta a gran forza dal GrIG e, soprattutto, da più di ventimila cittadini, in vista di una realistica pianificazione energetica connessa a stringente salvaguardia dell’ambiente/paesaggio, dei valori storico-culturali e identitari, mediante una normativa su aree idonee/inidonee che indichi in siti industriali e dismessi, in tetti fotovoltaici, nel risparmio energetico la soluzione per una transizione energetica realmente rispettosa del territorio e delle collettività.