Pubblichiamo un’interessante riflessione sul futuro turistico (e non solo) della Sardegna postata su Facebook da Gianluigi Tiddia, ingegnere, pioniere della comunicazione online in Italia e uno dei principali influencer sardi conosciuto come @insopportabile. Docente e consulente nel settore della comunicazione, del marketing, del turismo e della cultura, Tiddia promuove progetti di valorizzazione territoriale e utilizzo consapevole e di valore dei social media. Continua a influenzare il panorama digitale italiano con la sua critica ironica e il suo impegno civico.

di Gianluigi Tiddia

Non passa giorno che non legga di strategie e azioni per attirare il mercato straniero per la residenza e l’acquisto di immobili in Sardegna.
Ci sono gruppi (anche su Facebook) di stranieri che pensano di trasferirsi per vivere (e raramente lavorare) in Sardegna, cercano case che trovano a prezzi ridicoli rispetto al resto del mondo.
Parliamo soprattutto di residenze in campagna o in piccoli centri dove il mercato inizia a essere davvero importante.

Questi stranieri sono quasi sempre in via di pensionamento o con capacità di spesa talmente alta che investono per il buon ritiro non immediato.
Persone che inevitabilmente innalzeranno l’età media, caricheranno il sistema sanitario, non porteranno reddito se non nell’acquisto, nelle poche spese di gestione degli immobili e nelle ricadute per la vita quotidiana che però in un’epoca di decrescita felice con patrimoni consistenti sarà tendenzialmente cibo e poco più.

La cosa grave è che facendo così si modifica il modello socio economico in maniera importante, cambia l’urbanistica di interi comparti nati per essere residenze estive o campagne che pian piano diventeranno piccole realtà urbane, si aggrava la necessità di accoglienza sanitaria già insufficiente, si allontanano i giovani e le fasce produttive e di conseguenza aumenta la già devastante denatalità.

Ma la cosa terribile è che ci stiamo avviando a diventare pensione ed RSA d’Europa, una Miami per stranieri e benestanti trattenendo solo chi è funzionale al servizio dei nuovi residenti.
Da camerieri e manutentori per turisti a quelli per residenti pensionati il passo è breve.
Ci affanniamo tanto per ragionare sulle distorsione dei fenomeni turistici ai fini dello spopolamento dei piccoli centri o dell’overtourism dei grandi e non affrontare questo lo trovo ingenuo e pericoloso.

Non è una guerra agli stranieri, giusto per precisare, ma fenomeni come questi devono essere analizzati e ragionati perché ci sono e saranno sicuramente delle ricadute positive ma il rischio (secondo me) è maggiore dei vantaggi e va affrontato con una discussione politicamente serissima.
Per non farsi come tradizione travolgere dagli eventi e dover sanare situazioni irrecuperabili, come la nostra storia ci insegna.