Sassari. Il tema delle energie rinnovabili e della loro implementazione continua a suscitare accesi dibattiti in Sardegna. Se da un lato i parchi eolici e fotovoltaici rappresentano un’opportunità per la transizione energetica, dall’altro crescono le preoccupazioni per l’impatto sul paesaggio, l’ambiente e le comunità locali. Numerosi comitati sono sorti sull’isola per esprimere il loro dissenso contro quella che definiscono una “colonizzazione energetica”, una corsa ai profitti che rischia di alterare irrimediabilmente il territorio.
Tra questi, il Comitadu pro sa Nurra si mobilita con forza per dire “Giù le mani dalla Nurra!” e invita tutta la cittadinanza, sindaco compreso, a partecipare a un’assemblea pubblica. L’evento si terrà il 20 novembre, dalle ore 17:00 alle 19:30, presso l’oratorio della parrocchia San Gavino Martire, a Bancali, una delle zone più colpite dalla speculazione energetica.
“La Nurra non deve diventare terra di conquista per chi vede solo profitti, senza considerare l’impatto ambientale e sociale”, affermano i promotori, che richiamano all’unione per difendere la cultura, il futuro e il paesaggio dell’isola.
In Sardegna, infatti, il paesaggio sta cambiando rapidamente, con crinali montuosi un tempo incontaminati oggi costellati da enormi torri eoliche e valli un tempo coltivate occupate da impianti fotovoltaici. Se per alcuni questa è una necessaria risposta alla transizione energetica, per altri rappresenta una risposta sbagliata, che privilegia le speculazioni industriali a scapito delle comunità locali.
L’assemblea di Bancali vuole essere un momento di confronto e di riflessione, ma soprattutto un grido di protesta per fermare ciò che viene percepito come una minaccia alla bellezza e all’identità della Sardegna. Ogni voce conta: insieme, dicono i membri del comitato, è possibile fermare questa devastazione e promuovere un futuro sostenibile rispettoso delle persone e del territorio.