Ci sono personaggi storici noti e amatissimi come il Caravaggio, che vediamo muoversi, amare e agire con la cerchia dei suoi amici e compagni di strada, non sempre raccomandabili, nella Roma papalina della fine del Cinquecento;

ci sono gli eterni e feroci intriganti (alti prelati e potenti funzionari) dell’Inquisizione e delle due fazioni, quella spagnola e quella francese che si battono per prendere il potere all’ombra di San Pietro e lo fanno in appoggio o in contrasto alla Controriforma, nata dal Concilio di Trento con l’intento di contrastare il dilagare del Protestantesimo e riaffermare il potere assoluto del Papa;

ci sono due monumenti del bavaglio che la Chiesa di quel periodo storico cerca di imporre al mondo artistico con l’Indice dei libri proibiti e con le regole del Decoro, che ogni artista è obbligato ad applicare nella produzione e diffusione delle immagini sacre;

ci sono gli artisti, appunto, pittori, scultori, scrittori, attori, uomini e donne di scienza che a quei bavagli tentano di opporsi: magari in modo ingenuo e confuso, come capita a chi si fa guidare dagli ardori giovanili, diventando facile preda di chi il potere sa usarlo e non si fa scrupolo di servirsi di anime candide per raggiungerlo e ampliarlo.

E ci sono, nelle pagine di “Il Papa morirà a Natale”, il nuovo romanzo di Marco Corrias – una lunga carriera di giornalista tra carta stampata e tv, tra la Sardegna e prestigiose testate nazionali – i singoli personaggi che si muovono in atmosfere segrete e pericolose, dove gli omicidi e l’eliminazione degli avversari sono la regola, ma non rinunciano a intrecciare amori e relazioni con giovani donne belle e ribelli e spregiudicate.

Come capita allo stesso Caravaggio e a Furio, scultore mancato, sognatore e spadaccino da cappa e spada, costretto ma riluttante a uccidere, che con i suoi compagni di una Società segreta si muove tra Urbino e Firenze, tra Roma e Napoli e le paludi ravennati, il cui amore per Angiolina, appunto bella e spregiudicata, fa da romantico filo conduttore di questo trascinante romanzo storico pubblicato dalla Giovane Holden Edizioni.

Un romanzo storico per essere attrattivo deve contenere alcuni fondamentali elementi: la ricostruzione storica (appunto), che come questo ha da essere rigorosa in ogni suo dettaglio, per dare un senso di realtà che altrimenti andrebbe a compromettere la credibilità stessa del racconto e quindi della sua verosimiglianza con quanto in quel contesto è accaduto o sarebbe potuto accadere; la trama, che deve essere avvincente, con colpi di scena e personaggi efficaci e ben delineati che tengano il lettore incollato dalla prima all’ultima pagina. E infine il titolo intrigante e acchiappa curiosi: “Il Papa morirà a Natale”.

Marco Corrias, giornalista e scrittore, vive tra Roma e Fluminimaggiore (SU) il paese sardo d’origine di cui è stato sindaco. Dopo varie esperienze nei quotidiani (Tutto Quotidiano, La Nuova Sardegna), è stato inviato speciale per il settimanale Epoca e per Terra! programma di attualità e approfondimento del Tg5. Ha collaborato anche al settore inchieste di Repubblica.it

È autore di reportage e inchieste in Italia e all’estero.

Tra le sue pubblicazioni: Mio figlio Farouk, anatomia di un rapimento (Rizzoli, 1993); Mino Pecorelli, un uomo che sapeva troppo (Sperling & Kupfer, 1996); Il pozzo Zimmerman, storia di un minatore dalla luce al buio andata e ritorno (Demos, 1999); Piombo fuso (Il Maestrale, 2018).