Sassari. Luigi Manconi è passato dalla forte miopia alla cecità, perdendo così la capacità di godere con gli occhi della bellezza intorno a lui, delle fattezze delle persone, dei colori che impreziosiscono il mondo. Un’esperienza difficile, che gli ha imposto di affinare gli altri sensi e di trovare nuove vie per scoprire (o riscoprire) ciò che lo circonda. Della progressiva perdita della vista Manconi parla nel suo nuovo libro “La scomparsa dei colori”, edito da Garzanti: un percorso di conoscenza in cui l’esperienza della cecità si unisce alla potenza dei ricordi, cristallizzati nel tempo.
L’autore presenterà l’opera all’Ex-Ma di Sassari domani, mercoledì 6 novembre, alle 18.30 in dialogo con Daniela Scano e Giuseppe Mascia, sindaco di Sassari. L’incontro si arricchirà delle letture curate da Caterina Corbi.
L’evento è organizzato con il patrocinio del Comune di Sassari e in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti Mario Sironi di Sassari e la libreria Koinè Ubik di Sassari.
Il libro. Diventare cieco è un’esperienza drammatica. Significa il consumarsi dei rapporti con il mondo, con le sue misure e i suoi colori, con le sue promesse e le sue sorprese. E significa l’affaticarsi delle relazioni con gli altri e con le cose: le carezze che non giungono a segno e i bicchieri che cadono, l’impossibilità di scrivere una dedica o quella di decifrare un volto. Nel corso di oltre quindici anni, Luigi Manconi – sociologo e militante politico – è passato da una forte miopia all’ipovisione, alla cecità parziale e infine a quella totale. La sua è dunque la storia di una perdita e di una lenta discesa in un buio che non è tuttavia «un calamaio di compatta cupezza», perché «la cecità non è nera. È lattiginosa, a tratti caliginosa. E, talvolta, rivela sprazzi perfino luminescenti». Questo libro è la testimonianza di un percorso di coscienza e conoscenza e il racconto di un mondo nuovo pieno di echi: i suoni di una partita di basket, le note di una canzone, la voce che detta un testo o che dà un comando a un’assistente vocale o quella dell’attore che legge un audiolibro. E le sensazioni tattili: il calore del sole sulla pelle, mani che sfiorano i muri per orientarsi, prese incerte sugli oggetti, tibie che urtano contro gli spigoli. E soprattutto i ricordi, perché alla perdita della vista si accompagnano le peripezie della memoria: le premonizioni dell’adolescenza e i volti che rimangono uguali a com’erano trent’anni fa. E ancora: cosa vede chi non vede? Nella narrazione di Manconi c’è sia la lusinga della disperazione («il problema di buttarmi o no dalla finestra») sia una costante vena di umorismo, ironia e autoironia. C’è l’accettazione dei limiti imposti dal destino e un elogio della lotta: l’antidoto alla cecità, «che è innanzitutto immobilità», è proprio la lotta, «il movimento che raccoglie e mobilita energie, che produce conoscenza, che persegue mete, che esercita intelligenza».
Luigi Manconi, già docente di Sociologia dei fenomeni politici e presidente della Commissione per i diritti umani del Senato, è stato parlamentare per tre legislature e sottosegretario alla Giustizia. È stato il primo Garante dei diritti delle persone private della libertà per il Comune di Roma. Nel 2001 ha fondato A Buon Diritto onlus, che tuttora presiede. Tra i suoi libri: Poliziotto Sessantotto. Violenza e democrazia (con G. Lettieri), Il Saggiatore 2023; Il senso della vita. Conversazioni tra un religioso e un poco credente (con V. Paglia), Einaudi 2021; Per il tuo bene ti mozzerò la testa. Contro il giustizialismo morale (con F. Graziani), Einaudi 2020. È editorialista de «la Repubblica».
Il festival Liquida è realizzato dal Comune di Codrongianos e da Lìberos con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e della Fondazione di Sardegna.
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