Sassari. Lo scorso 15 ottobre, in una gremita sala nel cuore del centro storico di Sassari, si è tenuta la presentazione del libro “Barones de s’energia – Eolico, fotovoltaico, metano: l’assalto delle rinnovabili in Sardegna” del giornalista d’inchiesta Piero Loi. L’evento, organizzato dall’associazione Sa Domo de Totus, ha rappresentato un’importante occasione di approfondimento per il tema attualmente al centro dell’agenda politica della Sardegna: la transizione energetica e il movimento popolare che si oppone alle modalità attraverso cui questa viene imposta alle comunità sarde.

Loi, noto per le sue inchieste sul controverso tema delle rinnovabili, ha esposto i dettagli contenuti nel suo instant book, il primo dedicato alla questione energetica in Sardegna, pubblicato dal periodico Indip. L’autore ha messo in evidenza come la Sardegna sia al centro di un progetto che mira a trasformarla in una piattaforma energetica conto terzi in cui svetta uno “skyline dello sfruttamento”. Centrale, nel discorso di Loi, risulta il Tyrrenian Link, l’infrastruttura ribattezzata “Tyrrhenian export” perché – ha spiegato il giornalista – «da strumento di regolazione del sistema elettrico sardo che era in origine, con il forte incremento della potenza da fonti rinnovabili assegnata dal decreto Aree idonee si è trasformata in infrastruttura votata all’export di energia dalla Sardegna verso la Sicilia e da qui verso la Campania».

Sulla base dell’attenta ricostruzione di Loi, gli attivisti hanno lanciato l’allarme: «la Sardegna sta diventando il terreno di conquista per multinazionali dell’energia, banche d’affari e imprenditori petroliferi camuffati di verde – ha spiegato Cristiano Sabino, docente e saggista che ha dialogato con Loi – questi attori, con il pretesto delle energie rinnovabili, stanno imponendo un nuovo colonialismo energetico, mascherato da sostenibilità, ma in realtà estraneo ai reali bisogni della comunità sarda».

Durante l’incontro, si è discusso anche del nodo centrale rappresentato dalla legge di iniziativa popolare Pratobello 24, giunta in Consiglio, sostenuta da 210.000 firme, ma anche del recente disegno di legge sulle “aree idonee” promossa dalla Giunta Todde. «Con i 6,2 gw di nuova potenza da fonti rinnovabili accettati dalla Regione, non si fa altro che individuare le aree idonee per rafforzare l’export di energia oltre mare, e per quanto si colga lo sforzo della giunta di ampliare le aree non idonee e di equipararle a zone vietate, restano molti nodi da sciogliere. Primo tra tutti, il contrasto tra le previsioni particolarmente restrittive del disegno di legge e la normativa statale, tutta volta alla massimizzazione delle aree su cui installare i nuovi impianti, aree non idonee comprese. Il rischio è quello di trovarsi a fare i conti con un ambientalismo industriale rivolto all’export», ha precisato il giornalista.

Tra i temi trattati, non sono mancate riflessioni critiche sul metano, sull’idrogeno e sul nucleare sovente presentate come alternative all’«invasione eolica». Inoltre è stato approfondito il tema delle comunità energetiche e il ruolo cruciale che queste potrebbero avere nel garantire un modello di sviluppo realmente partecipato e sostenibile.

Il partecipato dibattito con la cittadinanza ha sottolineato come la crescente consapevolezza tra la popolazione sarda abbia dato vita ad un movimento di opposizione inedito, determinato a fermare quella che viene percepita come una vera e propria “quarta colonizzazione” dell’isola e sulle prospettive che questo potrebbe assumere in futuro.

Tra i partecipanti anche i consiglieri comunali di opposizione Martina Marongiu di Sassari Progetto Comune e Mariano Brianda della Costituente per Sassari, volti noti per aver sostenuto la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare Pratobello 24 attualmente in attesa della verifica da parte degli uffici.