Laura Pinna

di Pier Luigi Rubattu

Sassari. Quando si piazza davanti al tavolo, pronta a servire, la racchetta impugnata con la mano destra, la pallina ben visibile sul palmo della sinistra, Laura non ha paura di niente, tranne che della propria eventuale assenza: “A volte la testa non entra in campo, come ai campionati italiani giovanili: ero la numero 1, ma ho perso ai quarti di finale”.

Laura Pinna, 15 anni, un metro e 67 per 56 chili, gareggia per il Tennis Tavolo Sassari e ha scalato rapidamente le classifiche del suo sport in Italia: oggi è al 27° posto del ranking assoluto. “Ma davanti a me ci sono ragazze che ho già battuto”. Quest’estate a Malmö (Svezia) ha fatto parte della nazionale italiana under 15 che ha conquistato la promozione nella serie A europea.

Dove potrà arrivare Laura con la crescita fisica, l’esperienza e la voglia di vincere? “Calma. Per entrare fra le prime dieci in Italia servirà un lavoro durissimo. Tornei, tornei, tornei – dice la sua allenatrice Elena Rozanova -. Non è che le riesca tutto facile grazie al talento: molte partite le ha vinte di pura grinta”.

Laura dice: “In partita ‘mi sento’. Esulto tanto e altrettanto mi dispero”. Vederla allenarsi nella casa del Tennis Tavolo Sassari, la palestra della scuola media numero 2 rimessa a nuovo, è uno spettacolo di applicazione e convinzione. Che si trovi di fronte un ragazzino oppure la nigeriana Fatimo Bello (reduce dalle Olimpiadi di Parigi e componente della squadra sassarese che gioca in A1), Laura Pinna soffre per ogni colpo che pensava di mettere a segno e invece si è smarrito fuori dal tavolo. Si accascia a terra, le mani nei capelli, sbuffa e poi torna su sorridente.

Un nuovo servizio, la pallina a effetto, poi lo scambio che lei cerca sempre di comandare a ritmo sinneriano. Schiaffoni di diritto. “Il mio colpo migliore. Quello più difettoso, forse, è la risposta di rovescio”. Conferma Rozanova: “Laura è un’attaccante”.

La sensazione è che sia un’attaccante anche nella vita, decisa e precisa. Il padre, giocatore e grandissimo appassionato di tennis tavolo, ha messo presto la racchetta in mano a lei e al fratello. Ma solo Laura ha deciso di continuare. Ha trovato la motivazione definitiva tre anni fa, “quando ho vinto il primo torneo nazionale a Terni”. Con il babbo a casa si parla di tennis tavolo? “Sempre, è la cosa che ci unisce più strettamente”.

Lo sport la unisce anche al fidanzato, pure lui atleta, conosciuto durante un torneo: “Riusciamo a vederci quando giochiamo”. E Laura Pinna gioca tanto, tantissimo: la serie A2 con la squadra del Tennis Tavolo Sassari, i campionati, i tornei, i raduni in nazionale, le partite in maglia azzurra.

Molti percepiscono il tennis tavolo come un puro passatempo, invece è una disciplina olimpica e uno sport tra i più praticati al mondo. Oltre a destrezza e rapidità, richiede una preparazione fisica accurata. La routine di Laura Pinna dice tutto: “Due ore/due ore e mezza di allenamento dal lunedì al venerdì, le partite a fine settimana. In un torneo può capitare di giocarne anche dieci al giorno”.

Quasi un lavoro, da conciliare con gli studi. Laura frequenta il secondo anno al liceo scientifico sportivo del Canopoleno, una scuola pensata proprio per non ostacolare – come tante volte accadeva – gli impegni degli atleti di talento: “Assenze giustificate per le gare – spiega lei -, interrogazioni e compiti programmati”.

Un amico mi aveva consigliato: “Vai a conoscere la ragazza terribile del tennis tavolo, merita un’intervista”. Chiedo a Laura Pinna: ma è vero che sei considerata “la terribile”? Sorriso più orgoglioso che timido. A rispondere è un ragazzo che passa: “Prova a giocarci contro”.