Roma. Grande successo per il gran finale di Visioni Sarde che si è tenuto ieri a Roma presso il cinema Farnese di Campo de’ Fiori.
“Island for rent” di Salvatore Cubeddu , Elio Turno Arthemalle ha vinto il 1° Premio dell’undicesima edizione di Visioni Sarde. Il film si è aggiudicato anche il premio “Cinema in limba”. Un vero trionfo per un cortometraggio in lingua sarda prodotto da Terra de Punt e Teatro Impossibile.
Nella motivazione si legge: “Tra distopia ed ucronia, la Sardegna di Island for rent racconta un mondo che scivola verso una claustrofobia tecnocratica e che rischia di divenire solo merce. Un futuro senza futuro in una regione svuotata della sua anima, piattaforma nel Mediterraneo per le mafie internazionali. Il film riesce a rendere evidente, attraverso una sorta di fantageopolitica una problematica di tutti i territori fragili del globo, territori dove però emergono prima o poi giovani “patrioti” che non si arrendono alla inevitabilità della Storia. Carismatica e magnetica, su tutto, l’interpretazione della protagonista Lia Careddu”.

La giuria, composta da Paola Cireddu, Simonetta Columbu, Peter Marcias, Gino Marielli, Simone Pisano, Raffaele Rivieccio, Luca Telese ha assegnato a “Island for rent” anche il Premio Cinema in Limba con la seguente motivazione: “Si apprezza un uso particolare del sardo, per la verità non inedito anche nei media isolani, impiegato come lingua veicolare anche dai non sardi. Un’icastica e penetrante Lia Careddu occupa costantemente la scena esprimendosi in una lingua alta, colta ora formale ora aperta a espressioni più quotidiane, senza perdere di intensività, sempre e comunque convincente. Per il resto si ha talora l’impressione di trovarsi davanti a professionisti di una sorta di lingua liturgica che, anche quando non userebbero il sardo nella quotidianità, se ne servono consapevolmente e efficacemente ricercando moduli espressivi drammatici e asciutti allo stesso tempo “.

La Menzione Speciale è stata tributata a S’ozzastru di Carolina Melis “Per la capacità di unire il tema dell’ambiente alla tecnica dell’animazione rendendo universale la storia dell’albero millenario, testimone silenzioso della Storia del popolo sardo e di tutti i popoli”.

Island for rent
La Sardegna sul finire del ventunesimo secolo, è un territorio in cui non può essere applicata alcuna legge. I suoi abitanti hanno accettato di espatriare e di non farvi più ritorno. In compenso, ciascuno di essi riceve una cospicua somma di denaro. L’ingente capitale destinato ai sardi espatriati viene fornito da investitori che utilizzano l’isola per attività che sarebbero illegali in qualsiasi altra parte del mondo: traffico d’organi, prostituzione minorile, sperimentazione con armi di sterminio e altre simili forme di guadagno, diventano in Sardegna business che possono essere sviluppati alla luce del sole e senza alcun controllo. Chiunque desideri occupare in questo modo il territorio dovrà mettere a disposizione enormi somme di denaro da corrispondere ai sardi in diaspora. La Sardegna, diventata nazione a sé, è governata da un’unica autorità, eletta dal popolo non sulla base di un programma politico, ma per la sua abilità nell’ottenere maggiori capitali dagli investitori. Sono passati venticinque anni da quando si è instaurato il nuovo regime: da allora, la popolazione ha sempre confermato al potere Greca Laconi, abile nelle trattative e ferma nelle decisioni. Oggi si tengono per la sesta volta le votazioni per il Governatorato. La rielezione della Governatrice sembra scontata anche stavolta, ma non è così. Un avversario politico di cui non si conosce il volto fa inaspettatamente incetta di voti. Non solo: un gruppo di giovani, discendenti dai primi sardi emigrati, sbarca illegalmente nell’isola, in tenuta da guerriglia.

S’ozzastru
Questo è il racconto di un albero millenario, ambasciatore resiliente della Natura e testimone silenzioso della Storia. Sotto le sue fronde scivolano le vite di uomini e donne, spesso inconsapevoli di quanto la loro esistenza dipenda dalla sua presenza. Questa è la storia di s’ozzastru e della terra generosa e solida che lo ha accolto.
Nel 2021 in Sardegna, un olivastro millenario andò in fiamme. L’incendio devastò 28.000 ettari di campagne e case. Migliaia di animali morirono soffocati o arsi vivi. Un anno dopo, l’olivastro è tornato a germogliare, diventando un simbolo di resilienza. Ogni anno, nel mondo, vengono distrutti 3 milioni di ettari in oltre 60.000 incendi, quasi tutti per mano dell’uomo.
Le due pellicole, insieme ad Amare ancora di Giuseppe Carrieri, Come siamo diventati di Christiano Pahler, Fratelli di Matteo Manunta, Mio babbo è Superman di Giovanni Maria D’Angelo, S62 di Niccolò Biressi, Il servo pastore non dorme di notte di Arianna Lodeserto, Shakespeare in smoke di Francesco Cocco formeranno la rassegna itinerante “Visioni Sarde” destinata a girare nelle capitali dei cinque continenti nel 2025.

La serata finale si è tenuta a Roma presso lo storico cinema Farnese con la perfetta organizzazione di Anna Di Martino , direttrice di Visioni Italiane della Cineteca di Bologna.
I circoli Sardas Domus di Civitavecchia , Giuseppe Dessì di Vercelli e Acrase di Roma hanno sostenuto la manifestazione abilmente coordinati da Enzo Cugusi.