Martis. La settima edizione di CineMartist è iniziata con un’affascinante combinazione di arte contemporanea e cortometraggi locali e internazionali, offrendo al pubblico uno sguardo ricco e diversificato sulla cultura, in cui arte concettuale e cinema si intrecciano in modo profondo e stimolante. Alle 18:30, presso il Museo Paleobotanico, è stata inaugurata l’esposizione Eutimia, curata da Gloria Perra e Gavino Puggioni. L’evento ha offerto al pubblico un percorso espositivo che unisce due forme d’arte distinte: la prima, intitolata “Ambiguità è passaggio”, esplora concetti astratti legati a stati d’animo complessi attraverso le opere “Limbo” di Giuseppe Cossu e “Smarrito” di Luisa Pistidda. La seconda sezione è invece dedicata al cinema, con i cortometraggi di Sergio Areste Binario Y e di Stefania Porcheddu Argento vivo. Eutimia include anche una dimensione letteraria che evoca la fragilità dell’essere umano. La mostra resterà aperta fino alla mezzanotte di sabato 28.

Il programma di CineMartist è proseguito al centro polivalente “Vincenzo Migaleddu” con la proiezione dei cortometraggi vincitori dell’ultima edizione del concorso “La Caja de Pandora”, svoltosi al Festival del Cinema di Santafé de Antioquia in Colombia. Il pubblico ha potuto apprezzare Inhóspito di Melissa Bolaños Carabalí, premiato come “Miglior Film di Animazione”, e Las Maripósas di Mariana Posada, che ha vinto il “Premio del Pubblico”.
La serata si è poi conclusa con la sezione “Storie e racconti dell’isola”, dedicata alle produzioni cinematografiche legate al territorio sardo. Il primo corto proiettato è stato l’originale documentario Harder times – storia di un mito di Irene Atzeni, parte di una ricerca antropologica che indaga il contenuto mitico della narrazione sul movimento Harder Times, crocevia di nottambuli che, nei primi anni Novanta, trovò nel Kilton il luogo ideale dove mettersi a nudo senza condizionamenti né limiti espressivi. All’epoca, l’arrivo di nuovi generi musicali, come l’acid house, diede una svolta elettronica alla nightlife cagliaritana. “L’idea era quella di raccontare il mondo delle discoteche di Assemini, città in cui sono nata – ha spiegato Atzeni – ma poi mi sono resa conto che c’era una storia molto più interessante da raccontare”.

In chiusura, il regista Marco Antonio Pani ha presentato il suo documentario etnografico Padenti (che in sardo significa “foresta”): un’opera osservativa che esplora il lavoro di estrazione del sughero nella foresta di “Is Pranus” di Escalaplano: una ventina di minuti immersivi in un’affascinante foresta di sugherete in cui si realizza un sogno.

Stasera, venerdì 27, la seconda serata di CineMartist proseguirà con un’altra ricca programmazione. Alle 21.00 proseguirà la proiezione dei cortometraggi vincitori dell’ultima edizione del concorso “La Caja de Pandora”. In particolare, il pubblico potrà assistere a We are almost there di Carlos Prias, vincitore del premio “Miglior Film di Finzione”.
Alle 22.00, all’interno della sezione “Storie e racconti dell’isola”, Enrico Salvatore Porcheddu presenterà il cortometraggio Manos de fainas pro s’affidu – riti del matrimonio ittirese degli anni Cinquanta. Oltre al regista, sarà presente anche Massimiliano Marongiu Trini, direttore artistico dell’associazione culturale Itifallico, che ha prodotto il documentario.

La serata si concluderà con un omaggio al cinema di Marco Antonio Pani. Verrà trasmesso il documentario Arturo torna dal Brasile, che racconta la storia di un emigrante sardo, Arturo Usai, con una toccante ricostruzione della sua vita. Il regista sarà presente per un dibattito con il pubblico.
L’ingresso a tutte le serate della rassegna è libero e gratuito.

 

 

CineMartist è un progetto del comune di Martis. L’edizione 2024 è organizzata in collaborazione con l’associazione Hypergamma e l’Accademia di Belle Arti di Sassari. La direzione artistica è affidata a Davide Bini, docente dell’Accademia di Belle Arti. La direzione organizzativa è a cura di Francesca Panu, presidente dell’associazione Hypergamma. Direzione logistica e progettazione: Davide Tuseddu. Direzione tecnica: Massimo Spanu e Attilio Lombardo. Ufficio stampa: Daniela Piras.

 

La regista Irene Atzeni
Frame Harder times – storia di un mito