Sassari. Luoghi comuni, stereotipi da scardinare, nuovi linguaggi, trasformazioni digitali. Quale direzione ha preso il cinema oggi? Per quattro giornate il festival Abbàida! ha provato a porsi delle domande sul ruolo della settima arte, attraverso gli occhi di giovani e intraprendenti registi, attori di lungo corso e operatori del settore che hanno condiviso con un pubblico appassionato, largamente giovane e sempre più numeroso, la loro visione sul cinema. Ieri, giovedì 19 settembre, l’ultima giornata al teatro Exma.Ter dell’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi”, partner del festival patrocinato dalla Regione Sardegna e dal Comune di Sassari, promosso e organizzato dall’associazione culturale Cineclub “Nuovo Aguaplano”, alla quale non sono voluti mancare anche il direttore dell’Accademia, Daniele Dore e il sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia.
Protagonista della serata, il progetto “Cinema di quartiere”, presente anche Patrizia Mercuri, assessora alle Politiche della casa e dirigente dell’Istituto comprensivo San Donato, culla dell’esperienza educativa e sociale partita nel 2017: sei cortometraggi all’attivo – ieri la proiezione del penultimo lavoro dal titolo “Featuring”, “commedia sgangherata che ha coinvolto i ragazzi di San Donato, in un percorso didattico che come in ogni nostro laboratorio, costruisce racconti che “escono fuori” dalla città “ha spiegato l’autore e regista Sergio Scavio, direttore artistico del festival, e una sala cinema di quartiere ospitata all’interno della scuola.
Il confronto sul palco tra Sergio Scavio, il critico cinematografico, Silvio Grasselli, guida esperta e trascinante nelle quattro giornate del festival, e l’attore cagliaritano Luciano Curreli dopo la proiezione del film di Davide Manuli “Girotondo, giro intorno al mondo”, ha chiuso il sipario sulla quarta edizione del festival. Un film coraggioso, girato nel 1998, lungometraggio d’esordio del regista, diventato, negli anni, un caso straordinario e mitologico del cinema italiano indipendente le cui vicissitudini durante le riprese, gli aneddoti e le curiosità di un film fuori dagli schemi, no budget, originale e rivoluzionario, sono state raccontate dall’attore protagonista durante la serata conclusiva del festival.
Offrire quanto di più nuovo e coraggioso c’è oggi sul cinema in Italia ha caratterizzato anche la terza giornata del festival che ha visto protagonista il giovane regista Alain Parroni, autore di “Una sterminata domenica” (2023), opera prodotta da Fandango e Road Movies (Wim Wenders), lungometraggio d’esordio dell’autore che sovverte i luoghi comuni sulle opere prime, felice approdo, intenso e coinvolgente, di un percorso cinematografico partito con il suo primo lavoro, il cortometraggio ADAVEDE (2017), proiettato in apertura.
Cinema e libri, il connubio scelto in quest’edizione che ha visto particolarmente partecipata, nella stessa serata, la presentazione del libro del critico, saggista e docente universitario Alessandro Cadoni “Sardegna di carta. Guida letteraria dell’isola”, presentata dallo stesso autore insieme al romanziere Alessandro De Roma, ritratto affascinante, denso e complesso della Sardegna letteraria e degli autori, scrittrici e scrittori che l’hanno celebrata. La tavola rotonda sul tema “Dipendenza & Indipendenza – come restare in sella e fare cinema oggi” ha animato la seconda giornata del festival, grazie anche alla partecipazione degli stessi Curreli e Parroni, del regista sassarese Giovanni Lorusso che ha chiuso la serata con la presentazione di “Songs of all ends”, opera in prima mondiale all’International Film Festival Rotterdam 2024, film potente girato nel campo profughi palestinese di Shatila a Beirut, e del regista romano, fumettista e scrittore Fulvio Risuleo, protagonista della prima giornata del festival con il suo libro “La Tenda” e i film “L’uomo materasso” e “Notte fantasma” (2022) con protagonista l’attore Edoardo Pesce.
«Siamo nel bel mezzo di una trasformazione epocale, non solo tecnologica – ha detto Silvio Grasselli durante il confronto, confusi e felici assistiamo a questo straordinario cambiamento». Sul tavolo anche il tema dei finanziamenti pubblici, 350 i film che hanno avuto accesso a contributi ministeriali e non solo nel 2023, «la legge sarda sul cinema, 20 anni fa esempio per molte regioni – ha sottolineato Sergio Scavio – che oggi andrebbe rivista, magari avviando un percorso collettivo che partisse proprio qui da Sassari e che coinvolgesse tutti gli operatori dell’isola», e ancora la distribuzione festivaliera che sopperisce alla mancata uscita nelle sale e la rivoluzione delle piattaforme digitali. Approcci e visioni differenti, personali e libere – presenti anche molti operatori del settore cinematografico che hanno partecipato al confronto – utili ad affrontare un momento storico difficile per un’arte collettiva, fatta di connessioni e conoscenza di ciò che accade intorno.
Durante la serata sono stati presentati anche i lavori della Scuola civica di cinema “Gli amanti perduti” e “Faccia a faccia con te stesso”, progetto nato nel 2015, primo esempio di realtà didattica unicamente dedicata al cinema in Sardegna.