“L’incubo più temuto si è concretizzato: il centro dialisi del San Camillo di Sassari è stato
declassato, con buona pace dei pazienti e degli infermieri che si troveranno costretti a un nuovo tipo di assetto, del tutto precario e distante chilometri da quello che dovrebbe appartenere ad un centro che rispetti i livelli minimi di assistenza. Al San Camillo, dal primo dicembre scorso, a seguito del pensionamento di due dirigenti medici, i turni vengono coperti da un solo medico. Il centro è stato infatti trasformato in una struttura ibrida: per tre giorni a settimana sarà un Centro di assistenza decentrata (Cad) e per i restanti tre giorni Centro di assistenza limitata (Cal)”.
“Questa situazione catastrofica era ampiamente prevista sin dal 2016, da quando vennero lanciati i primi appelli affinché si provvedesse a potenziare la pianta organica della struttura alla quale si rivolgono circa sessanta pazienti dializzati. Tuttavia, nonostante i proclami tanto cari a questa maggioranza, ha prevalso ancora una volta l’assenza totale di programmazione e la disorganizzazione. La città di Sassari ha subito l’ennesimo taglio netto ai servizi sanitari di base”.
Così la consigliera regionale del M5s Desirè Manca ha presentato un’interrogazione al Presidente Solinas e all’assessore alla Sanità Doria per sapere come intendano attivarsi per risolvere le criticità del centro dialisi del San Camillo.
“Siamo al limite del ridicolo. Come si fa a consentire l’apertura del centro in queste condizioni? Nel caso in cui l’unico medico in servizio non fosse disponibile per qualsivoglia motivo, gli infermieri si chiedono come dovranno gestire la situazione, dal momento che non è assolutamente previsto che lavorino in assenza di un medico in struttura. I pazienti sono altrettanto preoccupati, e hanno già avuto modo di toccare con mano le difficoltà quotidiane insite in questo nuovo assetto. Veramente questa apertura precaria e dalle condizioni potenzialmente critiche è l’unica soluzione individuata? C’è inoltre da ricordare che al San Camillo non è nemmeno previsto un servizio di ambulanza fisso”.
“I pazienti dializzati non possono essere abbandonati”.