Santa Maria Coghinas. Il rilancio delle terme come “ripartenza” per il territorio dell’Anglona e Bassa Valle del Coghinas. È stato questo l’argomento della riunione programmatica che si è tenuta questa mattina a Palazzo Sciuti a Sassari. Il sindaco di Santa Maria Coghinas Pieruccio Carbini insieme all’assessore Antonio Masia, hanno incontrato l’Amministratore Straordinario Pietro Fois, la dirigente architetta Vittoria Loddoni, e il presidente dell’Unione dell’Anglona e Bassa Valle del Coghinas Giovanni Ligios per vagliare congiuntamente possibili soluzioni al fine di riaprire le Terme di Santa Maria Coghinas.

Una decisione importante che arriva dopo il consenso e nulla osta dell’Unione dell’Anglona e Bassa valle del Coghinas alla richiesta del Comune di Santa Maria Coghinas di concessione relativa al complesso termale “Casteldoria Terme”, comprensivo del comodato dello stabilimento termale ubicato nel Comune di Santa Maria Coghinas, attualmente di proprietà della Provincia di Sassari, titolare della concessione mineraria rilasciata dall’Assessorato all’Industria della R.A.S. in scadenza nel 2029. Nel 2019 l’Unione dell’Anglona chiese alla Provincia di Sassari il subentro nella concessione mineraria relativa al complesso termale oggetto dell’incontro. A tutt’oggi la situazione è rimasta pressoché immutata anche perché tra i gravosi oneri previsti a far data dalla stipula dell’accordo per il trasferimento in comodato d’uso del complesso “Casteldoria Terme”, l’Unione sarebbe dovuta subentrare di fatto nel contratto di Gestione allora in essere tra la Provincia di Sassari e la Casteldoria Terme Srl e negli oneri relativi al contratto stesso e avrebbe dovuto garantire tutte le coperture economiche/finanziarie per il piano di potenziamento e sviluppo costante dello stabilimento termale anche attraverso l’adeguamento e l’innovazione edile e sanitario ed i costi per la gestione della relativa manutenzione straordinaria e per gli interventi di variazione ed ampliamento della struttura.

L’incontro di oggi sigla di fatto la strada da perseguire per garantire la riapertura della struttura termale in tempi rapidi: sono state sviscerate ipotesi e soluzioni sia in termini gestionali che economici. “Abbiamo studiato in sinergia soluzioni che puntino a mantenere le risorse del territorio vicino alle nostre comunità – ha ribadito il sindaco di Santa Maria Coghinas Pieruccio Carbini –. Qualsiasi percorso che intraprenderemo lo faremo con l’obiettivo di valorizzare un bene inestimabile e al tempo stesso utilizzarlo per potenziare l’economia turistica e le conseguenti ricadute positive sul territorio. Devo constatare – continua il sindaco – che la Provincia di Sassari e l’Unione dei comuni dell’Anglona si sono resi subito disponibili nel condividere un percorso che vuole destinare le risorse nel territorio e per il territorio.

In sinergia la posizione della Provincia: “La volontà dell’Ente – spiega l’Amministratore straordinario Pietro Fois – è quella di riaprire lo stabilimento termale che con una gestione locale, in mano al Comune, potrà garantire maggior controllo, affidabilità e interventi in tempi celeri. Ci ha fatto molto piacere constatare la volontà politica condivisa da tutti i comuni che rientrano nel territorio dell’Anglona e bassa Valle del Coghinas. Restituire questa struttura al territorio significa rilanciare l’economia e dare importanti risposte occupazionali.”

Durante l’incontro, che vedrà un aggiornamento la prima settimana di settembre, è emersa l’urgenza di valutare lo stato di consistenza della struttura, quantificare il suo valore effettivo e conseguentemente quantificare i lavori di ristrutturazione. Un percorso che verrà affrontato con l’ausilio della Provincia che si è già attivata per cercare i finanziamenti necessari. “La risorsa termale è di fondamentale importanza per tutto il territorio dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas – ribadisce il Presidente dell’Unione Giovanni Ligios – . Dobbiamo procedere celermente per individuare le soluzioni ideali atte a garantire quanto prima il ripristino dei luoghi e soprattutto l’utilizzo condiviso dell’acqua, la vera ricchezza del territorio per troppo tempo inutilizzata.”