Ha tentato di portare della droga al convivente detenuto nel carcere Uta di Cagliari, ma l’attenzione, lo scrupolo e l’acume investigativo del personale di Polizia Penitenziaria ed il fiuto eccezionale di Zoi, cane del Nucleo Cinofilo dei Baschi Azzurri del Corpo, ha scoperto l’illecito e la donna è stata fermata
Lo rende noto Luca Fais, segretario regionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Da tempo la Polizia Penitenziaria teneva sotto controllo alcuni soggetti che cercano di introdurre presso il carcere di UTA sostanze stupefacenti. Una ventiquattrenne di Monserrato, alla vista dei cani del Nucleo Cinofili della Polizia Penitenziaria, ha tentato di liberarsi di un involucro, nascosto nelle parti intime e destinato al compagno ristretto. Il gesto non è però passato inosservato ai poliziotti del Reparto colloqui i quali, supportati dal cane “ZOI” (splendido esemplare di Labrador) e coordinati dall’Ispettore responsabile del Nucleo Investigativo Locale, hanno portato a compimento una brillante operazione di polizia giudiziaria, sequestrando circa 25 grammi di hashish e 8 grammi di eroina destinato allo spaccio interno nell’Istituto di pena del Cagliaritano. La donna che maldestramente ha cercato di introdurre gli stupefacenti è stata immediatamente denunciata e posta a disposizione dell’autorità giudiziaria competente”.
Il SAPPE della Sardegna denuncia che l’introduzione di stupefacenti è sempre stata una piaga del penitenziario di Cagliari “ma purtroppo il ridotto reparto Cinofilo di Nuoro non riesce a sopperire alle numerose richieste di supporto provenienti da tutti i penitenziari isolani”. Per questo, Fais auspica che “l’organico di tale Reparto sia raddoppiato in modo tale da assicurare la costante presenza durante le giornate di colloqui e scongiurare l’introduzione di stupefacenti. La Polizia Penitenziaria è costantemente impegnata anche per contrastare l’introduzione di telefonini con i quali i detenuti cercano di mantenere i contatti con l’esterno ma gli organici sono estremamente ridotti in tutti i settori, causando notevoli difficoltà per garantire le competenze assegnate”.
Fais evidenzia infine che “nei penitenziari isolani sono appena state assegnate, anche grazie alle costanti sollecitazioni del SAPPE ai vertici ministeriali, settantadue unità in concomitanza dell’immissione in ruolo dei neo-agenti del 181° corso Agenti, ma tale integrazione è come una goccia nel mare. Allo stato attuale, l’integrazione organica avrebbe dovuto essere di almeno duecento unità anche in visione dell’aumento vertiginoso dei pensionamenti; senza immediate assunzioni i penitenziari saranno allo sbando”.
“I tentativi di introdurre droga in carcere continuano sempre – sottolinea Donato Capece, segretario generale del SAPPE – anche a causa dei tanti tossicodipendenti che popolano i penitenziari italiani, nonostante una normativa molto favorevole consentirebbe di adottare iniziative volte a far scontare la pena in strutture ad hoc, sia all’interno del carcere, per brevi periodi, sia all’esterno, nelle comunità”. Secondo Capece, «basterebbe avviare dei percorsi di recupero adeguati, ma sembra che il problema non interessi a nessuno, sia dal punto di vista del recupero, sia da quello della repressione del fenomeno, visto che è previsto dal 1995 l’istituzione e l’impiego delle unità cinofili del Corpo, ma sono ancora poche le regioni che ne sono dotate e, come avviene in Sardegna, il personale dei Nuclei cinofili è nettamente inferiori alle reali necessità operative». Per questo, il leader del SAPPE “auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue criticità e problematiche del sistema, partendo dalle continua ed inaccettabili aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, oramai all’ordine del giorno”.