Celebrazioni Sa Die de sa Sardigna

Sassari. Nella giornata che più di ogni altra celebra l’identità e la storia della Sardegna, il cuore della città si stringe attorno al monumento dedicato agli otto martiri della Sarda Rivolutzione, giustiziati tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento sulle Forche del Carmine Vecchio. La celebrazione è prevista proprio nel luogo dove un anno fa venne messo in posa il monumento progettato dal docente del Liceo Artistico Vittore Loriga e realizzato dall’artigiano Corrado Desole. L’appuntamento è fissato alle ore 10:00, in via Quarto, angolo slargo Don Leonardo Carboni, dove il Comune per l’occasione ha interdetto fermata e sosta di autoveicoli per meglio consentire la deposizione di una corona di fiori donata dalle associazioni promotrici dell’evento. Per l’occasione interverranno il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia e gli studiosi Federico Francioni e Antonello Nasone.
L’evento, patrocinato dal Comune di Sassari, rappresenta uno dei momenti più intensi di Primavere Sarde, iniziativa ideata tredici anni fa dal Teatro S’Arza e che oggi, grazie alla collaborazione con realtà come Sa Domo de Totus e una fitta rete scolastica, si configura come uno dei principali percorsi di educazione civica e storica nell’isola.

La commemorazione si inserisce infatti nel più ampio calendario di “A scuola dai Martiri Angioyani”, un progetto didattico e culturale che quest’anno ha coinvolto oltre 400 studenti delle scuole turritane. La rete di scuole, coordinata dal Liceo Artistico Figari, ha reso possibile un programma articolato che intreccia laboratori, spettacoli teatrali, lezioni di storia e riflessioni pubbliche.
«Sa Die de sa Sardigna non è solo un giorno di festa – spiega Cristiano Sabino, rappresentante del Liceo Figari – ma un’occasione per riattivare la memoria storica e riconnetterla con il presente. I meccanismi che schiacciarono la Rivoluzione sarda sono, in parte, ancora operanti nel nostro tempo. È fondamentale che le nuove generazioni ne diventino consapevoli.»

La giornata del 28 aprile non si esaurirà nella commemorazione mattutina. In serata, alle 17:00, presso la sala Angioy della Provincia, verrà presentata la ricerca “Rivoluzionari sardi in Francia. Personaggi e documenti” di Adriana Valenti Sabouret, pubblicato da Arkadia editore nel dicembre 2024. L’autrice, attraverso un appassionante lavoro d’archivio, ha riportato alla luce documenti e profili di esuli sardi che, dopo la repressione della rivoluzione, cercarono accoglienza e giustizia nella Francia repubblicana. Tra le figure centrali spicca quella di Giovanni Maria Angioy, il giudice della Reale Udienza che si fece portavoce delle aspirazioni democratiche e sociali dell’isola di cui l’autrice pubblica il testamento. Nella bella prosa dell’autrice emerge non solo il capo rivoluzionario, ma anche il profilo umano, colto nei momenti bui della sua vita, attraverso l’esperienza dell’esilio in Francia, del dolore per la morte dei tanti compagni, del distacco dalla famiglia e soprattutto dalle figlie che ne rinnegarono la figura a causa delle sue idee, le poche amicizie, la morte nell’indigenza più assoluta e l’oblio politico a cui lo condannò la storiografia ufficiale.

Altra figura da novanta è sicuramente il teologo e parroco di Torralba Francesco Sanna Corda. Quest’ultimo, insieme ad altri esuli, sfidò la sorte tornando in Sardegna per riaccendere la miccia rivoluzionaria e per fondare la Repubblica Sarda, ma fu tradito dalla rete di contatti che avrebbe dovuto proteggerlo, cadendo con le armi in pugno, davanti alla torre di Longonsardo. Di questa eccezionale figura l’autrice pubblica un memoriale indirizzato al «illustre generale» Napoleone Bonaparte per convincerlo circa la necessità di liberare «l’isola infelice dai mali che l’opprimono» e perfino uno scambio epistolare con la stessa madre del futuro imperatore francese la quale «aveva promesso di interessarsi della causa della Sardegna».

Il libro di Adriana Valenti Sabouret

 

Inaugurazione del monumento ai caduti sardi, 2024