Tommaso Nurra

di Pier Luigi Rubattu

Sassari. Incrocio Gianni Puggioni allo Stadio dei Pini, mi suggerisce di scrivere di un tennista: “Tommaso Nurra, 14 anni, forte, da poco ha vinto un torneo a Napoli”.
“Che c’entri tu con il tennis?” (Puggioni è tecnico di atletica, è stato medaglia di bronzo con la staffetta 4×100 ai Mondiali 1995 e olimpico ad Atlanta 1996).
“Sono il preparatore atletico di Tommaso”.
“Chi lo allena?”.
Linda Ferrando”.
Cioè una signora che – cresciuta tennisticamente a Sassari negli anni ’70 con Mino Piu – è stata capace di raggiungere il numero 36 della classifica mondiale.

Nel mondo dello sport abbondano gli allenatori straordinari che sono stati atleti modesti, ma non si può negare che Tommaso Nurra – 178 centimetri (una ventina tirati su nell’ultimo anno) per 66 chili, studente alla scuola media di via Mastino – sia un privilegiato. Non capita spesso a un ragazzo di essere seguito da due ex atleti di vertice nelle rispettive discipline (Ferrando e Puggioni sono anche coetanei, classe 1966).
Nel campo coperto dell’Accademia Tennis 1990 in via Rockefeller, poco lontano da casa sua, Tommaso interrompe una sequenza di schiaffoni di diritto per spiegare che il privilegio c’è, ma convivere con la mentalità dei campioni, le loro pretese e (perché no?) il loro solido ego è una bella sfida: “Linda Ferrando mi insegna a migliorare il mio tennis e a interpretare bene le partite, ma soprattutto insiste sul fatto che bisogna allenarsi tanto: io lo faccio tutti i giorni per un’ora e mezza, in più lavoro con Gianni Puggioni due volte alla settimana sul campo e una in palestra. Lui dice che devo migliorare in tutto, a cominciare dalla rapidità dei piedi”.

Sentiamo l’allenatrice: “Tommaso è un ragazzo con molta voglia, il tennis gli piace tantissimo, è educato ed equilibrato – dice Ferrando -. Noi abbiamo aspettative nei suoi confronti e lui nei nostri. È una mentalità che può essere pesante per uno della sua età. Abbiamo avuto ragazzi che non erano interessati a un programma di alto livello: un po’ ci hanno lasciato, un po’ li abbiamo lasciati”.
Sentiamo il preparatore: “Tommaso a volte devi frenarlo – dice Puggioni -. Tutti vorrebbero diventare campioni, tutti vogliono figli campioni, ma bisogna affrontare sacrifici che a quest’età sono anche minimi. Per mettere una buona base devi lavorare a 360 gradi perché anche tra i ragazzi non esiste più lo sport fatto per sport. Tutti sono organizzati, hanno il nutrizionista, alcuni il mental coach…”

Padre avvocato, madre bancaria, Tommaso ha iniziato a giocare 9 anni: “Babbo è appassionato, guardavamo insieme le partite. Dopo un annetto ho cominciato a vincere con continuità”.
Maestra Ferrando, qual è il talento di Tommaso Nurra? “Oggi non è così semplice definire il talento. Il tennis si basa tantissimo sul fisico, sulla volontà, sulla testa. Tutte queste cose insieme, com’è naturale, Tommaso ancora non le ha. Cerca lo spettacolo, la bella giocata, per lui sono importanti, e ci sta. Lavoriamo insieme da tre anni, ma molti aspetti dobbiamo ancora scoprirli. In Sardegna Tommaso ha quasi sempre vinto tra i pari età, è il momento di farsi vedere anche fuori”.
Nurra ci è riuscito due mesi fa con la vittoria tra gli Under 14 al torneo Junior 24 di Napoli. “Ho anche raggiunto i quarti di finale nei tornei Next Gen di Perugia e Alassio. Nella classifica italiana ora sono un Terza categoria, entro l’anno punto a raggiungere la Seconda”.

A che punto sei con i colpi? “Il migliore è sicuramente il diritto. Su tutti gli altri, dal rovescio a due mani al servizio, devo fare molti progressi”. Superficie più congeniale? “La terra”. Racchette? “Head. Ho un contrattino che mi permette di pagarle di meno”. I tuoi giocatori preferiti? “Jannik Sinner”, risposta inevitabile, “e Ben Shelton” il bombardiere Usa al quale lo accomunano i capelli fulvi e crespi.
“Mi sarei aspettata che dicesse Alcaraz – osserva Chiara Carboni, 29 anni, che aiuta Linda Ferrando ad allenare il talento dell’Accademia -. Perché Tommaso è un attaccante nato, gli piace scendere a rete e se la cava bene. L’anno scorso ha avuto un brutto infortunio a un ginocchio, ha fatto mesi di fisioterapia e tanti sacrifici per tornare. Vincere a Napoli gli ha dato fiducia”.

Il futuro sportivo è promettente, ma imprevedibile, a cominciare dalla stazza che Nurra potrà raggiungere. Spiega Gianni Puggioni: “Proprio perché è un adolescente che cresce a vista d’occhio, vietato forzare. Tommaso ha buone qualità esplosive e di resistenza, quando si sarà stabilizzato ci saranno grossi margini per lavorare”.
Il futuro scolastico invece è già deciso: “Andrò al Canopoleno, liceo scientifico sportivo – dice Tommaso -. A scuola me la cavo bene”. Passatempi? “La sera arrivo un po’ stanco… Ma a uscire con gli amici non rinuncio”.

È vero che discuti con l’allenatrice sulle questioni tecniche? “Sì. Se non sono d’accordo glielo dico”.

La maestra come reagisce? “Mi fa piacere che Tommaso ragioni – dice Linda Ferrando -. È inutile stravolgere completamente la mentalità di un ragazzo, bisogna lavorare sulle qualità che ha. Il confronto è utile: a volte condivido il suo giudizio, a volte no”. E comunque – si affretta a precisare il giovane Nurra – “ha quasi sempre ragione lei”.