Sarah Zinchiri alla trave

di Pier Luigi Rubattu

Sassari. Equilibrista ed equilibrata, Sarah Zinchiri non si è scomposta davanti alle migliaia di persone che a Desio la osservavano passeggiare, danzare e volteggiare sui 10 centimetri di larghezza della trave, il suo esercizio preferito, nelle qualificazioni della serie A di ginnastica artistica. Quasi senza pensare, Sarah seguiva la raccomandazione che l’allenatrice le lanciava dalla tribuna: “Stai dura!”.

Nel gergo di questo sport severissimo, “Stai dura!” significa “controllare il corpo, non lasciarlo al caso”, spiega la ginnasta sassarese, quindici anni da compiere a giugno. Ne aveva otto quando manifestò il suo talento naturale – gambe esplosive e sopraffine doti di equilibrio – con un esercizio alla trave che sarebbe stato complesso da eseguire per bambine (ben allenate) di due o tre anni più grandi.

Ma senza la costanza ferrea (“La sua qualità principale”, dicono gli allenatori Chicca Bersano e Luca Deriu), senza la voglia di allenarsi quattro ore al giorno per cinque giorni alla settimana nella palestra della Sportsardinia a Predda Niedda, forse la studentessa modello del liceo delle Scienze umane Margherita di Castelvì (“Ho la media del sette e mezzo”) non sarebbe arrivata dov’è.

Sarah Zinchiri è una ginnasta di serie A. L’ha ingaggiata quest’anno la Renato Serra di Cesena, una delle più importanti società italiane. Tra le sue compagne c’è la fenomenale algerina Kaylia Nemour, campionessa olimpica delle parallele. La quattordicenne di Sassari frequenta un ambiente sportivo d’élite che pochi mesi fa poteva soltanto sognare, anche se fin da bambina ha partecipato ai “controlli tecnici” con cui la Federazione valuta i progressi delle atlete promettenti.

Schivando errori e cadute che avrebbero potuto compromettere il punteggio di squadra, Sarah ha dato il suo contributo nelle due prove di qualificazione in cui è stata schierata, ad Ancona e Desio. Ha gareggiato in tutti e quattro gli attrezzi della ginnastica artistica femminile –  trave, corpo libero, parallele e volteggio – e insieme a Kaylia Nemour, Chiara Barzasi, Elisa Agosti, Vittoria Ferrarini e Rebecca Evangelisti ha portato la Renato Serra tra le otto finaliste che si giocheranno lo scudetto il 3 e 4 maggio a Firenze.

Eppure se c’è un giorno in cui l’equilibrio di Sarah Zinchiri è stato messo a dura prova è quando i suoi allenatori le hanno detto: “Ti vuole Cesena, che ne pensi se quest’anno la Sportsardinia rinuncia alla serie C e tu vai a fare la serie A con loro?”.

La risposta sembra facile e inevitabile per una ragazza che è entrata in palestra a quattro anni (quasi per caso, perché la prima idea dei genitori era di portarla a danza classica) e che in tutto questo tempo – racconta Chicca Bersano – avrà fatto al massimo dieci assenze. Un’atleta super-solida (“Se mi viene l’influenza dura un giorno”), un solo infortunio importante, da bambina, lussazione a un polso durante un esercizio banale. Una ragazza – scherza l’allenatrice – “che se deve andare a una festa caso mai chiede di spostare la festa, certo non l’allenamento”. Una che grazie all’enorme dispendio calorico in palestra può abbandonarsi senza sensi di colpa al suo peccato di gola: “La pasta, tanta tanta pasta”.

Ma il sì di Sarah alla serie A è anche la conseguenza di tutte le difficoltà e i limiti che uno sport nobile e perfino di moda – con le medaglie olimpiche a Parigi di Alice D’Amato, Manila Esposito e della nazionale italiana – incontra in una città isolana come Sassari.

Una piccola Sarah Zinchiri con Vanessa Ferrari, campionessa mondiale e medaglia olimpica

“Nel mondo della ginnastica artistica ci si conosce un po’ tutti – spiegano Chicca Bersano, 43 anni, tecnico regionale, e Luca Deriu, 39 anni, istruttore federale e direttore tecnico regionale della sezione femminile -. Quando ci ha chiamato Cesena, abbiamo esaminato le prospettive: la Sportsardinia quest’anno doveva fare la serie C, dopo che nel 2024 era retrocessa. La vittoria e il ritorno in B erano sicuri. Ma ci stimolava l’idea un’esperienza nuova. Negli anni avevamo ricevuto diverse proposte sia per Sarah sia per altre ragazze. È stata una decisione presa insieme”.

“Quest’esperienza mi sta piacendo tantissimo – dice Zinchiri -, ma mi piacerebbe anche tornare a gareggiare per la Sportsardinia e per la Sardegna”. Un grande orgoglio di Sarah è la doppia vittoria nei Giochi delle Isole l’anno scorso a Porto Vecchio in Corsica, sia nella prova a squadre sia in quella individuale all-around (la somma dei punteggi dei quattro attrezzi) con la maglia dei Quattro Mori.

Continuare ad allenarsi a Sassari e dover prendere l’aereo per ogni gara non è una passeggiata. Ma Sarah Zinchiri non resta sola: “Con me ci sono sempre Chicca e Luca, ogni tanto vengono i miei genitori. Babbo è camionista, mamma casalinga, non sapevano molto di ginnastica ma sono diventati esperti, conoscono tutti i punteggi”.

Una piccola Sarah Zinchiri con le gemelle D’Amato (a destra) e Manila Esposito (prima da sinistra)

Che tipo di ginnasta è Sarah? Un metro e 55 per 50 chili, forse crescerà ancora un po’, ma non è un problema. “Finalmente non si vedono più certe atlete secchissime – osserva Chicca Bersano -, tutte o quasi hanno il nutrizionista. Noi alla Sportsardinia ancora no, e nemmeno il fisioterapista, e non siamo neanche riusciti a trovare uno sponsor. Eppure portiamo in palestra più di trecento bambine e ragazze, e 25 maschietti”. Ecco, questa è la dimensione della ginnastica sassarese che costringe società e atleti a scelte gratificanti come quella di Zinchiri, ma comunque dolorose.

“A dicembre Sarah è arrivata quattordicesima ai campionati italiani di categoria, con una caduta, quindi poteva stare tranquillamente nelle prime dieci della sua età – continua Bersano -. Ma per migliorare ancora servirà tantissimo lavoro. Le juniores che stanno davanti a Sarah frequentano le accademie, fanno due sedute al giorno, si allenano anche di sabato, seguono lezioni di danza, hanno la scuola privata. Certo, anche Sarah poteva provarci: ma si è visto che non è necessario lasciare casa, famiglia e amici per gareggiare in serie A. E lei è legatissima alla famiglia”. I genitori, i nonni, il fratello di 9 anni, Davide, che fa nuoto: a loro – e alla lettura, altra sua grande passione – Sarah dedica il tempo che le resta fuori dalla ginnastica e dalla scuola.

Da che cosa si vede una ginnasta? “Dalla scioltezza, dalla forza, dalla presenza scenica – risponde Chicca Bersano -. Devo dire la verità: quando Sarah ha iniziato era chiaro che le piaceva molto, ma ci ho messo tempo a capire il suo talento”. Non troppo tempo comunque: “A sei anni e mezzo era già nel gruppo dell’agonistica. A otto anni le prime gare e le prime vittorie”.

E tu, Sarah, c’è un momento preciso in cui hai intuito di essere forte? “Quando ho vinto un ripescaggio per i campionati italiani. Ho battuto 80 bambine, non me l’aspettavo”. Speri di diventare un’atleta professionista? “Sì, così come sogno di andare alle Olimpiadi. La mia ginnasta preferita? Simone Biles…”, lo dice con serietà, ma forse con una punta di compassione per il cronista che fa domande alle quali un’atleta talentuosa può dare soltanto risposte ovvie.

Dai sogni alla concretezza immediata: dopo la serie A, quest’anno Sarah ha un altro obiettivo, qualificarsi per i campionati italiani assoluti. Dovrà superare una selezione spietata che si chiama Coppa Campioni, tutte contro tutte, juniores e seniores, un centinaio di atlete, comprese quelle del giro della Nazionale. “Ci proveremo”, dice Chicca Bersano, sapendo che una sconfitta sarebbe del tutto digeribile: “Le ginnaste ormai hanno una carriera lunga, non è più il tempo delle campionesse-bambine. Ci sono eccezioni, ovviamente, ma il vero livello di un’atleta si capisce intorno ai 18 anni, quando diventa senior”.

Ore 15.30. Sarah Zinchiri è pronta. Da qui alle sette e mezzo la aspettano un accurato riscaldamento, il potenziamento (senza pesi, per ora: si usano gli elastici) e le esercitazioni su tutti e quattro gli attrezzi. Con la trave c’è da sempre una confidenza naturale, il volteggio è la specialità che per ora dà meno soddisfazioni. All’inizio Sarah aveva un po’ di paura alle parallele, “ma l’ho superata”. C’è un movimento molto complicato che speri di riuscire a eseguire prima o poi? “Il doppio salto in uscita alla trave”.

Ti succede di non essere d’accordo con gli allenatori? “Io proprio no. Non è il mio carattere”. Ma Chicca Bersano ammette che l’allieva comincia a farsi sentire: “Prima le dicevi solo ‘fai questo fai quello’, ora ci puoi discutere”.
Sarah, i tuoi esercizi sono bellissimi. Li metti sui social? “Non mi interessa. Ci pensa la mia allenatrice, io eventualmente li riposto”.