Alberto Farina

di Daniela Piras

Sassari. Uno scenario essenziale, quello in cui Alberto Farina si è esibito ieri al Teatro Verdi: un palco nudo e crudo, dove il comico, con la sola forza delle parole, ha tenuto alta l’attenzione del numeroso pubblico giunto per assistere a “Non è colpa mia se sono così”. Lo stand-up comedian romano ha presentato un esilarante monologo composto da racconti e aneddoti tratti quasi totalmente dalla sua infanzia. E la “colpa” a cui fa riferimento il titolo è da attribuirsi non solo ai genitori, ma anche ai nonni e a tutti coloro che si sono trovati a ruotare attorno alla sua particolare famiglia. “È tutto vero”, ha ripetuto più volte, come a sottolineare che spesso gli sketch più surreali sono quelli che si vivono ogni giorno tra le mura di casa, se solo si ha la capacità di coglierne l’ironia, anche quella più beffarda.

Due ore di spettacolo ininterrotto, dove alle costanti giustificazioni della sua condizione umana attuale – a rimarcare il titolo dello show – sono state accompagnate da una serie di pillole extra di gag televisive censurate.

I ricordi della stagione come animatore al villaggio Li Nibari (a Sorso), dove Alberto Farina ha lavorato qualche anno fa, hanno rappresentato the cherry on top – come dicono gli inglesi – di una grande prova (riuscita) di cabaret.

“Se non avete altro da dire voi… io avrei finito”: così Alberto Farina chiude lo spettacolo, con la stessa semplicità che lo ha contraddistinto per quasi due ore. Una volta fuori dal teatro la stanchezza si fa sentire, ma è una stanchezza bella, provocata dalle tantissime risate, e da un leggero dolore alle mascelle.