Napoli. Teramo, L’Aquila e Cagliari sono i capoluoghi di provincia più “intelligenti” del Sud Italia. A rivelarlo è il City Vision Score speciale Sud Italia, l’indice sviluppato da Blum e Prokalos per misurare il livello di innovazione e trasformazione digitale dei comuni italiani attraverso sei dimensioni chiave: Smart governance, Smart economy, Smart environment, Smart living, Smart mobility e Smart people.

I dati, presentati durante la tappa napoletana di City Vision dedicata al tema Smart South, evento realizzato in collaborazione con MediTech Competence Centre e con il supporto della Casa delle Tecnologie Emergenti di Napoli – Infiniti Mondi, confermano che anche nel Mezzogiorno si affermano modelli virtuosi di sviluppo urbano.

Nella top 10 dei capoluoghi del Sud Italia, dopo il podio, troviamo Pescara, seguita poi da Potenza al quinto posto, Chieti al sesto, Oristano al settimo, Caserta all’ottavo, Lecce al nono e Benevento al decimo.

Tra le regioni più rappresentate, spiccano la Campania, la Sardegna, la Calabria e l’Abruzzo, con quattro città presenti nella top 20 dei capoluoghi di provincia del Sud. Sono rispettivamente: Caserta (8a), Benevento (10a), Avellino (12esima) e Salerno (14esima); Cagliari (3a), Sassari (18esima), Nuoro (15esima) e Oristano (7a); Catanzaro (17esima), Cosenza (19esima) e Vibo Valentia (16esima); L’Aquila (2a), Pescara (4a), Chieti (6a) e Teramo (1a).

La Puglia è presente con due città: Bari e Lecce. Bari (11esima), con 316.212 abitanti, è il capoluogo più popoloso dell’intera classifica, il che potrebbe suggerire una maggiore capacità nel sostenere progetti di trasformazione urbana e digitale. Lecce (9a), con una popolazione inferiore, conferma comunque la sua posizione come centro di rilievo per la regione. Anche la Basilicata ha due capoluoghi smart presenti nella top 20, Potenza (al quinto posto) e Matera (13esima), un dato significativo considerando che la regione conta solo due capoluoghi. Infine, il Molise chiude la classifica con Campobasso, che con 47.449 abitanti rappresenta l’unico capoluogo della regione a figurare nella top 20 dei capoluoghi del sud più smart, al 20esimo posto.

Dal punto di vista territoriale, le regioni continentali del sud dominano la classifica con 16 capoluoghi, mentre le Isole contano quattro presenze, tutte sarde. Un indicatore che riflette le difficoltà dei capoluoghi siciliani a emergere nella classifica, segnalando possibili differenze nei modelli di sviluppo urbano tra le due principali isole italiane.

Anche i piccoli comuni del Sud si stanno distinguendo per innovazione e trasformazione digitale. Tra i borghi con meno di 2.000 abitanti, spiccano Fara San Martino (Chieti) in Abruzzo e Masullas (Oristano) in Sardegna, che guidano la classifica dei micro comuni più “intelligenti”, grazie a strategie smart orientate alla sostenibilità e alla digitalizzazione. Per i comuni di dimensioni intermedie (2.001-50.000 abitanti), si evidenzia il primato di Montorio al Vomano (Teramo) e Lagonegro (Potenza), esempi di centri che stanno investendo nella mobilità intelligente e nei servizi digitali per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Questi risultati dimostrano che l’innovazione non è esclusiva delle grandi città, ma può essere un motore di sviluppo anche per le realtà più piccole del Mezzogiorno.

«Nel Mezzogiorno – commenta Domenico Lanzilotta, direttore di City Vision – la transizione digitale e la spinta all’innovazione rappresentano una sfida cruciale, ma anche una leva strategica per ridurre il divario con il resto del Paese e liberare il potenziale di territori ricchi di cultura, talento e creatività. Investimenti in connettività, mobilità evoluta, efficienza energetica e digitalizzazione dei servizi pubblici stanno già contribuendo a ridisegnare il futuro di molte città del Sud e delle Isole, dimostrando che l’innovazione può diventare un motore di crescita stabile e duratura».

Il City Vision Score misura il grado di smartness di tutti i comuni italiani su una scala da 10 a 100. Questo indice aggrega e sintetizza 30 indicatori elementari riferiti a sei dimensioni del concetto di smart city: Smart governance, Smart economy, Smart environment, Smart living, Smart mobility e Smart people. Gli indicatori elementari sono stati raccolti da fonti pubbliche istituzionali (ISTAT, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Unioncamere, Agenzia delle Entrate, ISPRA, PA Digitale) e acquisiti in modalità open data, garantendo il massimo livello di granularità territoriale. Ogni indicatore è stato sottoposto a un processo di normalizzazione, definizione della polarità (positiva o negativa) e calcolo della distribuzione attraverso percentili. A ciascun indicatore è stato assegnato un peso differenziato in base al livello geografico disponibile: Comune (100%), Provincia (30%), Regione (10%). Per ciascun comune è stato calcolato un indicatore sintetico come somma dei posizionamenti sui singoli indicatori. Il risultato è stato poi riparametrato, imponendo un massimo di 100 e un minimo di 10.