GIACOMO MELONI PRESIDENTE CONFARTIGIANATO SARDEGNA

Nelle aziende artigiane della Sardegna cresce la richiesta di manodopera, ma la carenza di figure professionali adeguate sta diventando un problema sempre più grave.

Nel 2024, gli artigiani sardi avevano programmato l’assunzione di 16.230 addetti, ma sono riusciti a trovarne solo 8.720, con una difficoltà di reperimento che ha raggiunto il 53,7%, in aumento rispetto al 50,7% del 2023. Le assunzioni offerte dalle imprese artigiane rappresentano il 10,2% del totale nell’Isola, ma la difficoltà nel trovare personale specializzato è più alta rispetto alla media delle imprese sarde e delle micro e piccole imprese.

Secondo Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Sardegna, si tratta di una situazione paradossale: “Il lavoro c’è, ma mancano i lavoratori. Nel frattempo, il 21,4% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non cerca impiego, non studia e non si forma: un vero spreco di talento e un’emergenza da affrontare rapidamente. Così rischiamo di compromettere il futuro del Made in Sardegna e del Made in Italy. Dobbiamo far capire ai giovani che il mondo dell’impresa offre opportunità adeguatamente retribuite per costruire il proprio futuro.”

Un’altra criticità è legata alle competenze. Le figure più richieste sono quelle con preparazioni specifiche, e la formazione gioca un ruolo cruciale per avvicinare i giovani al mercato del lavoro. Secondo Meloni, è necessario un intervento di politica economica e culturale che avvicini la scuola alle aziende, puntando su una riforma dell’orientamento scolastico che valorizzi gli istituti professionali e tecnici, investa sulle competenze digitali e rilanci l’apprendistato duale e professionalizzante.

Molti fattori contribuiscono al divario tra domanda e offerta di lavoro: il calo demografico, l’invecchiamento della popolazione, l’alto numero di giovani inattivi, la fuga di talenti all’estero, la disconnessione tra formazione e competenze richieste dal mercato e i flussi migratori insufficienti a colmare la carenza di manodopera qualificata. Per contrastare questa situazione, le imprese stanno adottando diverse strategie, tra cui investimenti nel welfare aziendale, miglioramenti salariali, percorsi di formazione e aggiornamento professionale, maggiore flessibilità contrattuale e iniziative per attrarre giovani lavoratori.

Confartigianato Sardegna evidenzia l’importanza di politiche attive del lavoro che favoriscano l’incontro tra domanda e offerta e incentivino lo sviluppo di competenze specifiche. “Se questi problemi continueranno a persistere,” conclude Meloni, “la crescita occupazionale nell’Isola rischia di essere compromessa dalla mancanza di lavoratori qualificati, con conseguenze negative sullo sviluppo delle micro e piccole imprese, che rappresentano l’ossatura dell’economia regionale.”

Anche a livello nazionale, il problema è evidente: nel 2024 la difficoltà di reperire personale ha raggiunto il 47,8%, con un incremento rispetto al 45,1% del 2023. La situazione è ancora più critica nelle micro e piccole imprese, dove il dato sale al 51,3%, e nel comparto artigiano, che registra un preoccupante 59,2%, ben 11,4 punti percentuali sopra la media.

Tra le regioni, al top Veneto, Umbria e Friuli-Venezia Giulia – L’aumento dell’indicatore di carenza di manodopera è diffuso sul territorio. Nel 2024 la difficoltà di reperimento più elevata si riscontra in Veneto con il 65,2% (era al terzo posto nel 2023), seguito, con valori sopra alla media, da Umbria con 65,1%, Friuli-Venezia Giulia con 64,8%, Trentino-Alto Adige con 62,7%, Piemonte – Valle d’Aosta, Toscana ed Emilia-Romagna, tutte con il 61,7%, Lombardia con 61,2% e Abruzzo, prima regione del Mezzogiorno, con 59,6%.

La difficoltà di reperimento del personale, specialmente qualificato, continua dunque a rappresentare una sfida crescente per il mondo del lavoro e per l’intero sistema economico italiano.