Badesi. Gli studenti delle scuole medie dell’IC Badesi, istituto presente in cinque comuni del Sassarese, hanno incontrato ieri in videoconferenza Marco Termenana, autore del libro Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli, connesso da Milano.

L’evento, patrocinato dal Comune di Trinità di Agultu e Vignola, è stato introdotto dalla Dirigente Scolastica, professoressa Alessandra Pinna, preceduta dai saluti dell’Assessore ai Servizi Sociali, Pubblica Istruzione e Cultura, dottoressa Antonella Prunas. A moderare l’incontro è stata la professoressa Pierina Oggiano, docente di lettere e referente per la prevenzione e il contrasto a bullismo e cyberbullismo.

Marco Termenana, che scrive anche sotto lo pseudonimo di El Grinta, ha già affrontato lo stesso tema nel suo libro Giuseppe. Il romanzo racconta la tragica storia di suo figlio Giuseppe, il primo dei tre figli, morto suicida in una notte di marzo 2014, quando si è lanciato nel vuoto dall’ottavo piano della sua abitazione a Milano. Un padre che scrive per elaborare il dolore e testimoniare le difficoltà di una famiglia alle prese con il malessere di chi, sin dall’adolescenza, si è sentito intrappolato nel proprio corpo. Giuseppe era infatti anche Noemi, il suo alter ego femminile. Una tragedia non solo legata alla mancata transizione di genere, ma anche alla solitudine estrema tipica della condizione di hikikomori, termine giapponese che significa letteralmente “stare in disparte”.

L’incontro è stato segnato dal profondo coinvolgimento degli studenti, che con una raffica di domande hanno cercato di comprendere cosa potessero imparare dall’esperienza di Giuseppe-Noemi, percependolo sin da subito come un loro coetaneo.

Ma perché questa iniziativa?

Lo spiega la Dirigente Scolastica, professoressa Alessandra Pinna:

“L’incontro con l’autore ha permesso ai nostri ragazzi di vivere un’esperienza intensa, dolorosa ma significativa, che li aiuterà a comprendere quanto sia importante riconoscere il disagio di un compagno, di un amico. La nostra scuola è attenta alle situazioni problematiche, alle ansie e alle difficoltà nelle relazioni sociali, ponendo come obiettivo primario l’ascolto, l’aiuto, l’inclusione e il rispetto reciproco. Vogliamo trasmettere l’idea che la diversità è una risorsa e un valore. Il benessere emotivo, la solidarietà e la tolleranza vengono prima dell’apprendimento scolastico, prima della storia e della matematica.”

Un’idea condivisa anche dalla professoressa Pierina Oggiano:

“Negli ultimi anni il disagio giovanile è aumentato notevolmente e si manifesta sempre più con ansia, depressione e comportamenti a rischio. Per questo è fondamentale un impegno collettivo che parta proprio dalla scuola, affinché i ragazzi acquisiscano consapevolezza e strumenti per affrontare le proprie difficoltà.”

Infine, le parole di Marco Termenana, in un giorno particolarmente significativo per lui:

“Oggi Giuseppe avrebbe compiuto 32 anni. I ragazzi sono sempre molto interessati alla sua storia, ed io lo sono a loro. Il dolore resta atroce, soprattutto in giorni come questo. Gli studenti sono ascoltatori attenti, ma anche spietati: teneri con Giuseppe, intransigenti con me. Ricordo che la professoressa Oggiano mi aveva detto che i suoi alunni erano giovani e parlavano poco. Meno male! Oggi sembrava impossibile interrompere il flusso di domande. Ho scritto per ritrovare Giuseppe, ma se la sua storia può portare valore e consapevolezza, allora la sua morte, per quanto ingiusta e insensata, avrà almeno un significato.”