di Pier Luigi Rubattu
Sassari. Più della forza esplosiva e della grinta che hanno incantato la sua allenatrice sin dal primo giorno in palestra, più del virtuosismo nello scoccare calci e pugni e piroettare attorno all’avversaria, Noemi Virdis riconosce a sé stessa una qualità: “La pazienza”. I maestri di arti marziali ricordano agli allievi che le tecniche apprese in palestra si possono usare all’esterno solo in casi di assoluta emergenza e legittima difesa, tuttavia consiglieremmo di non provocare mai, proprio mai questa quindicenne di Latte Dolce, studentessa al secondo anno delle Magistrali con buon rendimento, seconda la settimana scorsa nella Coppa del mondo giovanile di kickboxing a Jesolo.
Nel 2024 Noemi è stata campionessa italiana della sua categoria nelle tre varianti K1 (contatto pieno), Light-contact e Kick-light, ha partecipato senza troppa fortuna ai Mondiali di Budapest e ha vinto anche il titolo nazionale di muay thai, un’arte marziale simile alla kickboxing (sulle differenze e sulle regole potete trovare qui un po’ di informazioni). Se volesse, Virdis potrebbe togliersi soddisfazioni anche nella boxe, ma non sembra interessata.
L’obiettivo di quest’anno è partecipare ai campionati europei in Portogallo, sempre naturalmente che arrivi la convocazione in nazionale. Noemi Virdis indossa con regolarità la maglia azzurra dal 2022, partecipa ai raduni collegiali, ma il posto agli Europei dovrà guadagnarselo con i risultati.
La passione per la kickboxing è stata precoce, a 8 anni, ma è frutto di un errore: “Volevo fare taekwondo, avevo visto i combattimenti alle Olimpiadi e mi ero appassionata – racconta Noemi -. I miei genitori mi hanno portata alla palestra della Real Sport Gym”. Il babbo, camionista, e la mamma, casalinga, non si erano mai interessati di arti marziali, e così…
“Noi non facciamo taekwondo, ma kickboxing e muay thai – racconta l’allenatrice Donatella Panu, che segue la giovanissima promessa sassarese insieme ad Andrea Damasconi -. Ho chiesto a Noemi di provare e ho visto subito che per la sua età aveva una prestanza fisica e una determinazione fuori dal comune. Dopo quattro mesi la prima gara e la prima vittoria”.

Per un equivoco il taekwondo, che è disciplina olimpica, ha perso un potenziale talento a favore di due arti marziali che hanno molti praticanti (più di duemila in Sardegna) ma devono ancora sperare, come tanti altri sport, nel riconoscimento a Cinque Cerchi. Un percorso che in Italia è stato avviato con l’affiliazione al Coni della Federkombat, la federazione sportiva alla quale fanno capo kickboxing e muay thai.
Nell’attesa Noemi Virdis – classe 2009 (compirà sedici anni ad agosto), un metro e 55 per 52 chili, mancina, inserita nel progetto Studenti-Atleti – combatte e combatte. Due ore di allenamento quattro volte alla settimana nella palestra che la Real Sport Gym e la Piroddu Extreme (lotta) condividono a Predda Niedda. Pugni, calci e ginocchiate Noemi ne dà in abbondanza, ma ne prende anche. Dall’anno scorso è passata ai match di contatto pieno. Come la mettiamo con la paura? “Mai avuta. I colpi si impara ad assorbirli. Abbiamo tutte le protezioni: caschetto, paratibia, paradenti. E la conchiglia e il paraseno, anche se è vietato colpire quelle parti del corpo. Diciamo che sul ring non mi è mai capitato di piangere”.
“Ad alcune avversarie sì”, puntualizza Donatella Panu, perché è inutile far finta che non ci sia violenza. Si cerca il ko: il mento e il fegato sono gli obiettivi privilegiati. Poi, siccome a un certo livello tutte si sanno difendere, i tre round da 2 minuti tendono a essere più una guerra di logoramento che una successione di colpi potenzialmente devastanti.
Sul ring anche la proverbiale pazienza di Noemi Virdis può essere scalfita. È successo nella finale di Coppa del Mondo a Jesolo contro la greca Maria Evangelia Leon: “Ho esagerato con le ginocchiate, ho preso tre richiami e sono stata squalificata”.

“Eppure Noemi è una che ragiona e sa ascoltare chi sta al suo angolo, a volte sembra quasi telecomandata”, dice Donatella Panu. Come si può migliorare la capacità di reagire agli imprevisti? Ecco che il maestro Damasconi si piazza al centro della palestra e incita Noemi a colpirlo ogni volta con una tecnica diversa, dichiarata sul momento, in una frazione di secondo. Oppure ecco Noemi tirare pugni e calci nel vuoto, lo sguardo ancora più fiero del solito, contro una rivale immaginaria.
Ed ecco le estenuanti sessioni di combattimento con la coetanea Iris Pirastru, anche lei campionessa italiana giovanile, quei poveri addominali reciprocamente martellati da pugni, ginocchiate, piedi che affondano di punta o di tallone, tra schiocchi di articolazioni e sospiri rauchi. “Ma no, è un normale lavoro di condizionamento, i muscoli si abituano a ‘tenere’ i colpi”, spiega l’allenatrice allo spettatore quasi atterrito.
Scuola più sport, c’è tempo per altro? “Per uscire con le amiche lo trovo”, assicura Noemi, che quando non indossa i panni della combattente coltiva il suo lato modaiolo su Instagram e TikTok. E la domenica, invece di dormire meritatamente sino a tardi, spesso segue il babbo a caccia: “Mi diverto molto, chissà che un giorno non prenda il porto d’armi”. Ma per adesso i bersagli di Noemi stanno sul ring.