Cagliari. È entrata nel vivo con un dibattito tra Goffredo Bettini e Gianni Letta – che ha fatto seguito alla prima parte di presentazione del libro di Bettini “Attraversamenti. Storie e incontri di un comunista e democratico italiano” – la seconda giornata della Scuola di formazione politica promossa dai Riformatori Sardi.
“La politica vera, la buona politica, si fa nelle Amministrazioni Comunali”: è in questo solco che si è inserito il ‘botta e risposta’ tra le due personalità politiche presenti all’Holiday Inn di Cagliari, che pur mantenendo due posizioni opposte hanno evidenziato l’importanza, ogni giorno più forte e impellente, di ritrovare il senso di rispetto delle istituzioni ponendo l’accento su come la buona politica sia oggi la via maestra per la rinascita sociale ed economica del Paese.
Uno dei tanti punti di incontro tra Bettini e Letta è stato proprio il tema dell’impoverimento politico dei giorni nostri, da combattersi ricercando la capacità tipica dei partiti d’un tempo di ‘scegliere’ e far crescere una classe dirigente all’altezza delle sfide del momento, capace, competente e pronta a battersi per le proprie idee.
“Il bello della politica è avere una visione, ideali, valori e battersi affinché quei principi possano orientare lo sviluppo e il progresso di una società e di un Paese, senza insultarsi ma confrontandosi (e scontrandosi) sulle idee e per le idee. Oggi la politica non è più una battaglia delle idee ma è caccia del consenso”, ha ribadito più avanti, nel corso del suo intervento, Gianni Letta rimarcando anche come il populismo sia ricerca esasperata del consenso.

La seconda giornata di formazione. Si è svolta alla presenza di circa 200 partecipanti la seconda giornata della Scuola di formazione politica promossa dai Riformatori e coordinata da Umberto Ticca.

L’amicizia in politica, il ’68 e il miracolo economico, i partiti di ieri e quelli di oggi, la democrazia, l’efficienza delle Pubbliche amministrazioni locali, la buona politica: a partire dal suo ultimo libro “Attraversamenti. Storie e incontri di un comunista e democratico italiano”, Goffredo Bettini, già Parlamentare ed Europarlamentare, ha offerto un excursus sulla storia della politica italiana e della Prima Repubblica in un dialogo con Giorgio Angius cui è seguito il dibattito con Gianni Letta presente in sala.
“Sia pure nella contrapposizione ideologica e programmatica io vedo in Bettini la buona politica, l’esempio di come ci si batte per le proprie idee per il semplice motivo che si vuole andare a governare con quelle idee, quello che manca e che servirebbe oggi, battersi per le proprie idee”, ha detto Letta.
Nelle Istituzioni si devono cercare le soluzioni dei problemi per i cittadini, non si devono fare comizi, l’altro punto di incontro tra le due personalità politiche presenti in sala.

L’area tematica, introdotta e moderata da Paola Secci, ha avuto come focus  il tema dei rifiuti.  Aldo Muntoni, docente UniCa, Rosanna Laconi, Assessora regionale dell’Ambiente, Salvatore Pinna, Direttore servizio Tutela dell’atmosfera e del territorio Assessorato Ambiente RAS hanno analizzato l’argomento declinandolo su scala sarda.

Superbonus, con Stagnaro si parla del più grande disastro economico. La presentazione del libro di Carlo Stagnaro “Superbonus, come fallisce una nazione”, a cura di Giuseppe Fasolino ha offerto ai partecipanti le chiavi di lettura per comprendere appieno il momento storico che stiamo vivendo dal punto di vista economico, anche e soprattutto alla luce degli effetti delle politiche economiche fallimentari messe in campo, superbonus in testa, che .è costato il triplo del previsto.
Qualche dato: una spesa di 220 miliardi di euro in tre anni, pari all’11% del Prodotto interno lordo, utilizzata per ristrutturare solo il 4% delle case. Il Superbonus avrebbe dovuto essere lo strumento per il rilancio dell’economia italiana dopo le chiusure per il Covid e un caposaldo della via italiana alla transizione ecologica assieme agli altri bonus edilizi, invece è stato secondo Stagnaro “il più costoso intervento di politica economica della storia repubblicana, il più grande fallimento delle strutture tecniche che avrebbero dovuto stimarne l’impatto di bilancio, il più gigantesco trasferimento di risorse dai poveri ai ricchi, e il più gettonato argomento della campagna elettorale da sinistra a destra”.

La chiusura affidata a Gianni Letta. Con Giuseppe Meloni, vicecaporedattore de L’Unione Sarda, Gianni Letta ha tracciato la linea che divide passato, presente e futuro della politica italiana in un intervento dal titolo “Il servizio alle Istituzioni come responsabilità per il bene comune”.
L’importanza delle Istituzioni e il loro valore, l’ascesa di Silvio Berlusconi in politica e il passaggio di Letta dalla vita di giornalista a quella di ‘punto di raccordo tra Governo e Istituzioni’ in qualità di sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri. Rispetto delle Istituzioni, forza delle idee e libertà nell’agire sono stati gli elementi più richiamati da Letta nel corso del suo intervento e legati dallo stesso Letta al conseguimento del bene comune e alla risoluzione dei problemi dei cittadini.
Il compromesso? È la forma più alta di politica, ha risposto Letta a Meloni, ma perché il compromesso sia virtuoso “è necessario dialogare lealmente, ascoltare e comprendere le ragioni dell’altro”.
La presenza dei cattolici in politica? Utilissima ha risposto. “I cattolici possono farlo come adesso entrando in tutte le formazioni politiche o, come avvenuto nel primo dopoguerra, entrando in un unico partito. Auspico che i valori cattolici possano alimentare e ispirare tutti i soggetti della politica e che ognuno di essi si ispiri a uno degli aspetti della dottrina cattolica.
Un leader che Letta rimpiange? Alcide De Gasperi. “Basta leggere un libro su De Gasperi per capire la visione, la spiritualità, il livello e il modo di svolgere la politica, con coerenza, umiltà e sacrificio personale. Un paese che ha saputo esprimere otto volte Presidente del consiglio la persona che ha animato la costruzione di un paese distrutto, è un grande Paese!”, ha concluso.