di Pier Luigi Rubattu
Se ne parla da un po’ nel mondo dell’atletica sarda: Diego Nappi, il velocissimo ragazzo di Porto Torres campione europeo under 18 dei 200, sta per diventare un atleta professionista con la maglia delle Fiamme Oro, il gruppo sportivo della Polizia di Stato. La notizia non è ufficiale, perciò sono andato a trovare Nappi e il suo allenatore Marco Trapasso al campo comunale di Porto Torres per saperne di più, proprio nella serata in cui iniziava il ciclo di due mesi di allenamento che porterà Diego verso il debutto stagionale all’aperto.
I risultati del bando delle Fiamme Oro devono essere pubblicati, ma Nappi conferma di aver fatto a Roma la visita medica e i test psicologici e attitudinali. I titoli sportivi non si discutono: la vittoria in 20”81 ai campionati europei under 18 di Banska Bistrica in Slovacchia; il record italiano di categoria, 20”79, migliorando il tempo di Filippo Tortu che ha apprezzato e ha invitato Diego a casa a Golfo Aranci; la convocazione per i Mondiali della categoria superiore (under 20) a Lima, anche se Nappi non ha potuto correre la staffetta per un infortunio.
Aggiungiamo che Diego ha appena 17 anni e mezzo, che sta ancora crescendo (ora è 1,80 per 64 chili), insomma, sembra un bell’investimento per le Fiamme Oro. Non resta che attendere l’annuncio.
Sulle qualità del fulmine di Porto Torres puntano in molti: ha già un agente, Marcello Magnani, e tra non molto dovrebbe esserci anche l’accordo con uno sponsor tecnico. Quindi non citiamo il marchio delle scarpe chiodate che Diego slaccia e riallaccia tra una prova di velocità e l’altra, non per colpa della calzatura ma perché “ho il ponte alto, sento il piede che si addormenta e cerco di migliorare la circolazione”. La sensibilità estrema del purosangue, ma anche uno di quei rituali che aiutano gli atleti a gestire la pause e i recuperi.
Nappi ha avuto una stagione indoor con sole due gare, una buona – 6”80 sui 60 il 18 gennaio ad Ancona, primato personale – e una deludente ai campionati italiani juniores, sempre ad Ancona: batteria così così e finale in cui ha perso un appoggio in partenza e si è rialzato finendo ultimo. Ora pensa alla stagione all’aperto che avrà come obiettivi i 200 ai campionati italiani under 20 e la partecipazione agli Europei di categoria a Tampere (Finlandia). “Correrò anche qualche 100”, dice Nappi. Il debutto sarà in Sardegna? “Non lo so, deciderà l’allenatore”. Trapasso avverte: “In linea di massima sceglieremo gare che diano punti per il ranking mondiale. Ma è presto per decidere”.
Intanto Diego, oltre che in pista quattro o cinque volte la settimana, lavora anche in palestra sotto gli occhi del padre Giovanni, responsabile di reparto alla Versalis e gestore di un centro fitness, “ma con i pesi non carichiamo: tra l’altro Diego non li ama”. In più molte sedute dall’odontoiatra, perché si è scoperto che il dolore al bicipite femorale sinistro lamentato a Lima (e per settimane rimasto inspiegabile) era provocato da problemi posturali legati alla dentatura.
Diego, quali sono i dettagli che devi migliorare? “In generale la partenza e nei 200 l’assetto in curva. Sul lanciato invece mi sento molto sicuro”. La parola a coach Trapasso, 52 anni, titolare di una concessionaria di camper e roulotte, allenatore sempre meno per hobby: “Sì, è naturale che a 17 anni debba migliorare in tutto. Ma la partenza già adesso non è male, anche se stiamo provando una nuova soluzione con quattro appoggi. Se devo definire Diego in una sola parola dico che è un atleta ‘efficiente’: la correttezza e l’ampiezza del gesto, la coordinazione, l’apprendimento immediato, l’agilità. Un campione al quale paragonarlo? Fatte le debite proporzioni la corsa di Diego assomiglia a quella di Tebogo, campione olimpico dei 200”.
Un ventunenne del Botswana che fa 19”46, va ricordato. Ma pensare in grande aiuta. Se tutto andrà bene (molto bene) Nappi potrebbe esserci alle Olimpiadi di Los Angeles. Gli hanno già chiesto in molti se ci pensa. Faccio anch’io la domanda per timbrare il cartellino e lui risponde con un “ebbè…” che è abbastanza chiaro sulle ambizioni coltivate qui a Porto Torres, dove Nappi dovrebbe fare base sino all’esame di maturità nel 2026, al liceo scientifico sportivo Europa. Diego è uno che studia anche sul campo: “Ai Mondiali under 20 in Perù non potevo correre e allora ho guardato bene gli atleti più forti: come si riscaldavano, come gestivano l’attesa prima della gara, il rapporto con i media, la reazione all’avere tutte le luci addosso”.
Come si rapporta un allenatore che ha solo cinque anni di esperienza con un’atleta così? “Lavorando duro come lui, per tenere il suo ritmo – dice Marco Trapasso -. Oggi non puoi pontificare: sul web e sui social i ragazzi vedono tutto, sanno tutto del proprio sport e degli avversari. Se non sei all’altezza ti scoprono subito. Studio, mi aggiorno, ascolto rispettosamente i grandi allenatori ai raduni nazionali. Un risultato l’ho ottenuto anch’io: ho passato l’esame di tecnico di secondo livello con il massimo dei voti”.
Nappi tiene d’occhio i suoi giovanissimi avversari in tutta Italia, che sono anche i suoi migliori amici: “Siamo sempre in contatto, ai raduni, sui social, in videochat”. Talento chiama talento: l’atleta al quale è più legato è Daniele Inzoli, sedicenne fenomeno della velocità e del salto in lungo. Chiedo al babbo se a casa Diego riesce a “staccare” per qualche minuto dall’atletica. “Veramente parliamo soltanto di atletica e di sport, di tutti gli sport”, risponde Giovanni Nappi.
Diego da piccolo giocava in porta, ha due squadre di Fantacalcio, adora Messi, ogni tanto gli scappa la partitella di pallone o di basket di cui coach Trapasso viene a sapere a cose fatte. Probabilmente d’ora in poi non potrà più permetterselo, e lo sa. Benvenuto nell’atletica dei grandi.