Sassari. “L’acqua sta finendo, servono soluzioni immediate o sono a rischio produzioni e cibo”. Il grido d’allarme che si è levato forte, oggi, dalla Nurra arriva da oltre un centinaio tra agricoltori e allevatori che hanno manifestato con Coldiretti Nord Sardegna per denunciare l’emergenza idrica che sta mettendo in ginocchio il settore primario dell’isola.
I riflettori si sono accesi in un territorio simbolo del Nord Sardegna, tra i più colpiti dalla siccità, la Nurra, dove i bacini idrici si stanno prosciugando e, di questo passo, verso l’estate lasciando le aziende agricole e zootecniche senza risorse per sopravvivere.

E non è un caso che la manifestazione si sia concentrata sulla Diga del Cuga, il bacino idrico che dovrebbe garantire la sopravvivenza di decine e decine di aziende agricole e zootecniche locali ma che, oggi, può contare solo su 4 milioni di metri cubi rispetto ai 22 della portata della diga. Con questi numeri, dice Coldiretti Nord Sardegna è evidente la crisi che il comparto sta affrontando se pensiamo che nello stesso periodo dello scorso anno il Cuga poteva contare su 10 milioni di metri cubi, livello già drammatico allora e che aveva creato gravi danni all’economia rurale della zona.

“Non possiamo più attendere: La crisi idrica sta mettendo in ginocchio l’intero comparto agricolo e allevatoriale – sottolinea Marco Locci, direttore di Coldiretti Nord Sardegna, che ha guidato l’azion

Coldiretti Nord Sardegna, Manifestazione siccità – Incontro con il Prefetto

e di protesta – oggi abbiamo portato la nostra voce in piazza e direttamente alle istituzioni perché è indispensabile un cambio di passo immediato nella gestione dell’acqua in Sardegna”.

Con gli agricoltori e allevatori, hanno partecipato per portare il loro fattivo contributo anche i vertici dell’Anbi Sardegna, con il presidente Gavino Zirattu che ha ribadito la necessità di avviare subito interventi per sostenere il piano irriguo regionale è presentato il quadro desolante dei numeri attuali. Presenti anche i Consorzi di Bonifica del territorio, realtà chiave nella gestione delle risorse idriche e le istituzioni territoriali.

ALLARME. A spingere gli agricoltori in piazza è una situazione di crisi che dura da oltre un anno e confermata anche dagli ultimi dati rilasciati dall’Autorità di bacino. Secondo i numeri aggiornati al 31 gennaio 2025, infatti, i bacini sardi sono al 49,7% del volume utile di regolazione autorizzato, un numero che non può far star tranquillo nessuno. Si deve agire e non si può sperare soltanto che piova per allentare la morsa della siccità. Nonostante un incremento di 156 milioni di metri cubi rispetto al mese precedente la situazione resta critica secondo gli stessi indicatori di stato per il monitoraggio della siccità che segnalano una condizione di “pericolo” o “allerta”.

Ma non è solo la scarsità d’acqua a preoccupare. Coldiretti Nord Sardegna denuncia un sistema infrastrutturale al collasso: perdite idriche che raggiungono il 50%, una rete di distribuzione inadeguata e l’assenza di interconnessioni tra le dighe, che impedisce una gestione efficiente dell’acqua. A questo si aggiunge il paradosso di milioni di metri cubi che, in mancanza di sistemi di raccolta e conservazione, finiscono inutilmente in mare.

PREFETTURA. A confortare è stato già il passo avvenuto subito dopo la manifestazione con l’incontro con il Prefetto di Sassari, Grazia La Fauci, che ha incontrato una delegazione di Coldiretti. “Ringraziamo il Prefetto per la grande disponibilità dimostrata nell’accogliere in così breve tempo la nostra richiesta di incontro che riteniamo un segnale davvero importante – aggiunge il direttore Locci – il Prefetto ha mostrato grande sensibilità nei confronti degli agricoltori e allevatori, ascoltandoci e assicurando il suo intervento nei tavoli nazionali e regionali interessati per lo studio di una soluzione del problema”.

PROTESTA. Per Coldiretti servono investimenti per l’interconnessione tra le dighe, manutenzione urgente delle infrastrutture esistenti e la realizzazione di nuovi invasi per garantire una maggiore capacità di stoccaggio. Ma la battaglia non è solo tecnica: serve anche un cambio di passo politico. Troppa burocrazia rallenta gli interventi, con opere bloccate per anni. Coldiretti chiede procedure più snelle per i lavori pubblici legati alla gestione idrica e l’apertura di un tavolo permanente di confronto con la Regione e il Governo nazionale per sbloccare fondi straordinari a sostegno delle aziende agricole colpite dalla siccità.

COLDIRETTI. “L’acqua è vita per il nostro settore e senza interventi strutturali il rischio è quello di vedere intere aziende chiudere. Continueremo a lottare affinché vengano presi provvedimenti seri e concreti per il futuro dell’agricoltura sarda – sottolinea infine il direttore Locci – questa crisi non può più essere ignorata e il messaggio del Nord Sardegna è stato altrettanto chiaro: senza soluzioni rapide ed efficaci, il rischio è il collasso dell’agricoltura sarda – conclude – ora spetta alle istituzioni politiche muoversi con decisione per garantire un sostegno alla sostenibilità idrica dell’isola: ne va del futuro del settore primario”.