Giorgia Pieraccini (foto dalla pagina Facebook della FUEL Triathlon San Gavino)

di Pier Luigi Rubattu

Sassari. Nuoto, bici, corsa, e poi studiare per la maturità, e la scuola guida, e poi nuota, pedala, corri, sono giornate belle piene quelle di Giorgia Pieraccini, diciottenne sassarese, una delle più brave triatlete sarde. In attesa dell’esordio stagionale il 23 marzo nel duathlon (corsa-ciclismo-corsa) di San Gavino, la studentessa del liceo sportivo Canopoleno non si ferma mai.

Ogni tanto Giorgia prova a convertire un amico o un’amica a questa disciplina olimpica che unisce tre sport lontanissimi fra loro, ricca di colpi di scena, spettacolare nelle  “transizioni” da una frazione all’altra: esci dall’acqua, metti il casco e sali sulla bici; parcheggi la bici, togli il casco e infili le scarpe da corsa, tutto il più velocemente possibile. Stressante solo a scriverlo… e infatti che cosa ti rispondono gli amici, Giorgia?

“Mi dicono che sono pazza”. Che però è tutto il contrario di come vive e ragiona questa ragazza che rientra anche nel progetto Studenti Atleti  (“Assenze giustificate per le gare e interrogazioni programmate”) e ha una borsa di studio della Federazione per meriti sia sportivi sia scolastici. In realtà il triathlon – con le sue varianti duathlon e aquathlon, corsa e nuoto – è uno sport come qualunque altro. Probabile che un fondista dell’atletica o un nuotatore si allenino molto più a lungo di Giorgia. È la routine che è complessa, come vedremo, ma non necessariamente più faticosa che in altri sport.

Giorgia Pieraccini, un metro e 65 per 58 chili, gareggia nel triathlon sprint (750 metri di nuoto, 20 chilometri di ciclismo e 5 di corsa), dove nel 2024 è stata dodicesima ai campionati italiani juniores. Solo una volta, a Santa Margherita di Pula, ha provato la distanza olimpica (1500 m di nuoto, 40 km in bici, 10 di corsa), piazzandosi terza.

Nulla a che vedere con il “peccato originale” del triathlon, l’Ironman, 4 km di nuoto, 180 di ciclismo e per finire una maratona, cioè 42,195 km di corsa. Fatiche da supereroi. È la gara da cui tutto cominciò alle Hawaii neanche mezzo secolo fa, ma oggi il triathlon – gara olimpica da Sydney 2000 – è uno sport codificato su distanze che non possono spaventare una ragazza normalmente allenata. Quanto all’Ironman, Giorgia, pensi di provarlo da grande? “Assolutamente no”.

Spieghiamo allora come si prepara la giovane promessa del Triathlon Team Sassari seguita da Andrea Schiavino con l’assistenza per il nuoto di Giovanni Lai della Sport Full Time. “Mi alleno tutti i giorni, due volte se non ho l’uscita dal Canopoleno alle 14.15: mangio a scuola e vado direttamente a nuotare a Lu Fangazzu, poi alle sei corro allo Stadio dei Pini oppure dalle parti di via Milano, vicino a casa. Le uscite in bicicletta le faccio il sabato e la domenica, possibilmente in gruppo: partiamo da Platamona e andiamo verso la Nurra. Se devo pedalare da sola, mio padre o mia madre mi seguono, in moto o in macchina. Per ora niente palestra: si deciderà se aggiungerla in base ai risultati e all’impegno che metterò in futuro nel triathlon”. L’alimentazione? “Niente di speciale, sicuramente mangio molto più di una ballerina”.

Da piccola Giorgia faceva danza, “ma dopo un po’ di tempo mi sono stancata. A nove anni ho seguito la mia migliore amica alla scuola nuoto. La cosa strana è che andavo più forte di bambine che erano in piscina da molti anni, ma l’istruttore, invece di farmi gareggiare, un giorno mi ha chiesto se volevo fare triathlon… ho provato e mi è piaciuto. In bicicletta ci sapevo andare, facevo passeggiate insieme ai miei genitori. Con la corsa invece ho iniziato da zero”.

Danzatrice mancata, suonatrice di sassofono grazie agli insegnamenti del babbo musicista (la mamma è educatrice in una comunità): i talenti artistici di Giorgia Pieraccini hanno preso una strada diversa, in uno sport dove le “transizioni” possono somigliare a balletti e il confronto con le avversarie, a partire dalla tonnara del nuoto in acque libere, richiede una certa capacità di improvvisazione.

Con il passare degli anni Giorgia ha scoperto di avere come punto di forza il ciclismo: “È la frazione in cui mi gioco le carte migliori, anche perché so stare bene in gruppo. Nelle transizioni mi sento tranquilla: sono importantissime, soprattutto quella dopo il nuoto, se perdi un secondo per salire in bici sei fregata, rischi di non stare a ruota delle altre. La corsa è il tasto dolente, ma sto migliorando: in allenamento ho appena fatto il mio record sui 5 km”. Che bicicletta hai? “Una Trek da strada”. A proposito, il triathlon sembra uno sport abbastanza costoso. “Sì, a casa mi dicono che li faccio spendere un po’ tanto, ma sono contenti e mi seguono sempre”.

La gara in cui ha capito di essere forte? “Il primo duathlon vinto due anni fa a Pabillonis”. E la più bella? “I campionati italiani assoluti di triathlon sprint a Cervia, sono arrivata sessantesima ma li ho vissuti bene. Per me era la prima volta a quei livelli, mi sono gestita e ho cercato di godermela”.

Gli obiettivi per il 2025? “Fare molto bene i campionati italiani giovanili e meglio che posso gli italiani assoluti”. Pieraccini, con realismo, guarda fuori dalla Sardegna per capire come conciliare studio e sport dopo l’esame di maturità. Non si limita alle gare in continente: ogni tanto prende l’aereo e va a Catania, la città d’origine del suo allenatore, per prepararsi con un gruppetto di ragazze forti.

Giorgia, l’anno prossimo passerai tra le Under 23: ti immagini come una professionista del triathlon? “La vedo molto dura”. Ma ci prova.