di Gianluigi Tiddia

Leggo l’articolo del Corsera su “DeepSeek, chi è Liang Wenfeng” dove il suo creatore racconta tanto di ciò che stiamo vivendo e di ciò che forse dovremmo iniziare a pensare come approccio verso il mondo che viviamo e che sembra inevitabile subire nei suoi rigurgiti capitalistici e autoritari.

Si legge: «La maggior parte delle aziende cinesi copia e adatta, noi vogliamo creare. Per troppo tempo, l’innovazione è stata vista come un lusso. Ma oggi la Cina ha le risorse per investire in ricerca di base». Questo approccio si riflette anche nella sua filosofia di reclutamento. DeepSeek ha costruito un team interamente composto da talenti cinesi, sfidando il preconcetto che i migliori esperti di AI siano tutti all’estero. «Se cerchi risultati immediati, assumi chi ha esperienza», ha detto. «Ma se vuoi cambiare il mondo, cerchi curiosità e passione.»

Credo che al di là di tutto siamo di fronte a una novità di grande impatto e non tanto per il prodotto ma per la modalità che non nasce per creare prodotti o servizi che migliorano lo status quo con il mantra della monetizzazione.
Qui nasce dalla ricerca, dalla voglia di cambiare il mondo con un modello che lascia la possibilità ad altri di poterlo fare senza chiudere il mercato (gratis non lo fa nessuno) o peggio limitarlo con pratiche non etiche se non proprio immorali.
Si sente scricchiolare il sistema “silicon valley” dove imprenditori anche visionari hanno sfruttato la loro posizione dominante per chiudere il mercato e portare non solo il mercato ma i comportamenti e le comunità su binari condizionati dal punto di vista economico e soprattutto sociale.

Oggi il sistema mostra le crepe di persone geniali dal punto di vista del business ma mediocri dal punto di vista umano ed è surreale che un colpo così assestato arrivi dal mondo più lontano e teoricamente (mica tanto) antidemocratico del pianeta, quella Cina che oggi appare meno problematica degli Stati Uniti in preda a ritorni imperialisti da adolescenti in tempesta ormonale.
Come andrà a finire non si sa ma questo momento sicuramente segnerà una riflessione profonda anche nella ignava Europa che oggi è chiamata con il suo know how a scegliere il modello sul quale puntare senza per forza seguire il senso del farlo nel danaro creato.

Il mondo oggi ha bisogno di un cambio di paradigma e tutti noi siamo chiamati a essere attori, anche nel seguire chi e cosa ci renda meno esposti ai rischi dei monopoli, soprattutto quelli delle scelte democratiche.
Una notizia che ha fatto crollare mercati e castelli dí business futuri dimostra però che quindi non tutto sia scontato, non tutto sia deciso.
Perché “Se vuoi cambiare il mondo, cerchi curiosità e passione”.

Ed è paradossale che nella lotta per il dominio della intelligenza artificiale ci sia ancora spazio per curiosità e passione, sentimenti meravigliosamente e totalmente ancora umani.
Volare alto, sempre.