Sassari. “Il decreto emergenze (o Caivano 2) approda alla Camera e sarà approvato entro fine febbraio, contiene interventi sulle periferie urbane (a Milano, Roma, Napoli, Foggia, Reggio Calabria e Catania), disposizioni sulla protezione civile per Ischia e per il Giubileo, disposizioni urgenti per le alluvioni di Savona nonché interventi sulla emergenza siccità in Sicilia” commenta Silvio Lai, membro della commissione bilancio che alla Camera affronterà il decreto insieme alla commissione ambiente. “E proprio quell’ultimo tema, quello della siccità ad aver attirato l’attenzione perché ci sono fabbisogni ben definiti su una emergenza che mette in ginocchio l’agricoltura e in alcuni territori i cittadini e i comuni eppure si interviene per una sola regione, con 100 milioni di euro per dei dissalatori mobili di scarsissima portata per la Sicilia e nessun intervento strutturale”.

“E come al solito il Governo dimentica la Sardegna che non è presa in considerazione nonostante la seconda relazione del commissario per la emergenza idrica, finalmente resa pubblica, presenti come opere per la Sardegna 13 interventi per un totale di circa 310 milioni di euro, considerate urgenti e non rimandabili tanto da essere inserite tra quelle prioritarie nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI)” prosegue Lai.

“Si tratta di opere che intervengono sull’Ogliastra (44 milioni di euro), sulle dighe Govossai e Olai e la nuova condotta adduttrice (45 milioni di euro complessivi), sugli acquedotti del Coghinas per l’Anglona e per il Sassarese (72 milioni di euro),oltre a 20 milioni di euro per nuova condotta Truncu Reale-Monte Oro, su Arzachena in Gallura (20 milioni di euro), sull’hinterland cagliaritano (50 milioni di euro), e sull’assetto idrico nuorese (58 milioni di euro). E non si comprende come si possa evitare di intervenire rimandando o intervenire con piccole pezze come i mini dissalatori in Sicilia.”

“Eppure basterebbero 1,6 miliardi di euro per coprire le opere prioritarie dell’Appennino meridionale, la Sicilia e la Sardegna, un decimo delle risorse impegnate per il ponte sullo stretto con la differenza che queste sono utili per evitare la desertificazione e la crescente emergenza idrica, il ponte pone dubbi persino sulla sua praticabilità oltre che utilità”, prosegue Lai.

“Per questo abbiamo presentato con i colleghi delle due commissioni un emendamento a mia prima firma con la finalità ‘di assicurare i necessari investimenti per il contrasto della scarsità idrica, per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche della Regione Sardegna per la spesa totale di 310 milioni di euro di cui 10 milioni per il 2025, 100 milioni per il 2026, 100 per il 2027 e 100 milioni per il 2028 da destinare alla realizzazione delle opere valutate come prioritarie nella prima proposta d’azione alla Cabina di regia (PPAC) di cui all’articolo 1 del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 13 giugno 2023, n. 68, elaborate con il supporto dell’autorità di bacino distrettuale della Sardegna” con copertura a valere sul finanziamento del ponte sullo Stretto di Messina”.

“Un governo assente sulle opere emergenziali, che si limita a piccoli interventi non significativi e che dimentica totalmente la Sardegna anche su una emergenza come quella idrica”, conclude Lai.