Analizzando l’evoluzione delle importazioni in Sardegna nei primi 9 mesi degli ultimi tre anni il valore totale delle importazioni ha avuto un andamento variabile: da circa 9,1 miliardi nel 2022 è sceso a 7,2 miliardi nel 2023, per poi risalire leggermente a 7,5 miliardi nel 2024. Il valore totale delle importazioni è cresciuto del 3,9% tra il 2023 e il 2024, circa 280 milioni di euro in più, dopo un calo nel 2023 di quasi due miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2022 (-21%). Il vero protagonista di questa ripresa è il settore manifatturiero, che ha fatto un balzo impressionante in avanti. Oltre due terzi delle importazioni è rappresentato dai prodotti ottenuti dall’estrazione di minerali, quasi completamente rappresentati dal petrolio greggio (il 96% dei prodotti manifatturieri e il 74% delle importazioni totali). Questa in sintesi l’analisi della Sardegna dell’Ufficio studi della Camera di Commercio di Sassari.

Le esportazioni in Sardegna nei primi 9 mesi del 2024 ammontano a 5,3 miliardi di euro, ancora lontane dagli oltre 6,7 miliardi del 2022 ma in forte crescita rispetto allo stesso arco temporale del 2023. A fine settembre 2024 le attività manifatturiere, raffinati del petrolio in primis, fanno registrare un incremento di circa 450 milioni di euro e arrivano a rappresentare il 96% delle vendite all’estero totali.

 

Per quanto attiene le dinamiche degli scambi, ormai da decenni, dipendono principalmente dal comparto petrolifero. I 5,6 miliardi di petrolio incidono per il 74% delle importazioni totali, quota che rimane costante rispetto al 2023 e al 2022. In crescita di circa 168 milioni di euro (+3,1%) le importazioni di «prodotti raffinati», ma la vera sorpresa arriva da altri settori. L’impennata vertiginosa nell’importazione di tubi e condutture che passano da 223 mila euro dei primi 9 mesi del 2022 a oltre 213 milioni di euro nel 2024. Da segnalare l’altrettanto rapida caduta del valore degli acquisti di antracite(56% in meno rispetto al 2023) e dei prodotti delle colture agricole (-16%). In forte crescita le importazioni di macchine di impiego generale (+225%), solitamente utilizzate nell’agricoltura, e dei minerali da cave e miniere (+25%).

 

La dipendenza dal comparto oil ancora più marcata per le esportazioni. I raffinati crescono poco meno di 210 milioni rispetto ai primi 9 mesi del 2023 e pesano per l’80% del totale. Da segnalare che comunque l’incidenza è tra le più basse degli ultimi anni, considerando che era del 84% nel 2023 e del 85% nel 2022. Le performance esportative dei principali prodotti rispetto all’anno precedente sono praticamente tutte in crescita, in particolare per gli «altri prodotti in metalli» (70 milioni di euro in più, +90%) e dei «prodotti chimici di base» (+80 milioni di euro, in crescita del 68%).

 

Nord Sardegna

I dati relativi al nord Sardegna indicano un calo degli acquisti all’estero a livello aggregato, con alcune importanti eccezioni a livello settoriale. Il totale delle importazioni ha subito una contrazione notevole del 29% tra il 2023 e il 2024, passando da circa 580 milioni a 412 milioni di euro. Questo calo significativo è trainato principalmente dal settore dell’Estrazione di minerali da cave e miniere, che registra un crollo del 63,9%, scendendo da 284.774.791 euro nel 2023 a 102.736.692 euro nel 2024. Un forte calo è da imputare principalmente dall’acquisto dell’antracite. Dominanza del settore manifatturiero che rappresenta la fetta più grande delle importazioni (67%) e hanno registrato una crescita del 7% nell’ultimo anno. In questo comparto crescono gli acquisti di pesce lavorato, prodotti della cantieristica navale e degli elementi in metallo utilizzati nel comparto edile. I prodotti importati del comparto primario mostrano una crescita di circa 9 punti percentuali, mantenendo una posizione relativamente stabile e rappresentando il 5% delle importazioni totali.

 

Le esportazioni totali del nord Sardegna sono aumentate del 5,2% tra il 2023 e il 2024, raggiungendo 179 milioni di euro. Questo indica una robusta ripresa e una maggiore penetrazione dei prodotti sardi nei mercati internazionali. Un dato ancor più rilevante se si considera che nei primi 9 mesi del 2023 il valore delle esportazioni aveva registrato una perdita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente di oltre 5 milioni di euro. Le attività manifatturiere si confermano come il settore predominante, rappresentando il 92% del totale e registrando una crescita del 5% rispetto al periodo precedente. Al contrario, il settore primario ha subito un drastico calo, con una diminuzione del 55,4%, riducendosi a soli 4,2 milioni.

“Che l’export rappresenti un tassello importante nelle dinamiche imprenditoriali del nostro territorio è un dato assodato – commenta il presidente della Camera di Commercio, Stefano Visconti – in questo senso colpisce il calo del settore primario e la crescita consistente del settore manifatturiero che comunque recita un ruolo rilevante. E il lattiero caseario che tiene con una tendenza alla crescita, idem per quanto attiene al settore bevande. Se poi si tiene conto che sul fronte delle importazioni, cambia il modello di produzione dell’energia il risultato sul segno meno è evidente. Mentre colpisce l’enorme sproporzione tra importazioni ed esportazioni del settore ittico. La sensazione che si stia attraversando un momento di evoluzione, come se alcune dinamiche siano in attesa di un assestamento. In un panorama che almeno per alcuni settori è senza dubbio caratterizzato da forti turbolenze.”

Dalla tabella dei principali prodotti importati emerge chiaramente un quadro di trasformazione economica nel Nord Sardegna. Innanzitutto il crollo dell’antracite. La drastica diminuzione del 64,1% nelle importazioni di questo prodotto è dovuta principalmente all’addio al carbone che passando a nuove politiche energetiche

Il settore ittico, che comprende pesce, crostacei e molluschi lavorati, rappresenta il 10% delle importazioni e ha registrato una crescita significativa del 28,1%. Le importazioni dei trasformati e conservati di tale settore valgono oltre 39 milioni di euro, cifra esorbitante se si pensa che le esportazioni hanno un valore inferiore a un milione di euro.

Nei primi 9 mesi del 2024, i prodotti lattiero caseari si confermano il principale settore di esportazione, rappresentando il 36% del totale. Pur mostrando una crescita moderata del 3,2% rispetto al 2023, il loro valore assoluto continua a dominare il panorama dell’export. I prodotti chimici di base , materie plastiche e gomma, che costituiscono il 12% delle esportazioni, hanno registrato un incremento significativo del 15,7%, passando da 18,4 milioni di euro nel 2023 a oltre 21,3 milioni di euro nel 2024. Anche il settore bevande mostra un andamento positivo, con un incremento del 16,7% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore di 9,6 milioni di euro.