Giocatori della Sporter durante una pausa a bordo vasca

di Pier Luigi Rubattu

Sassari. Spazi stretti, acque basse, ma forza, prendiamo il pallone e proviamoci. Pazienza se per giocare una partita dobbiamo attraversare tutta la Sardegna e tuffarci in una piscina che, per come ci siamo allenati, ci sembra un oceano. La pallanuoto, uno sport glorioso che tante medaglie ha portato all’Italia, merita questo e altro.

La pallanuoto è tornata a Sassari da cinque anni grazie alla Sporter Academy, con tre squadre – allievi, ragazzi ed esordienti – che danno la possibilità di una nuova avventura a nuotatori e nuotatrici stanchi della routine infinita delle vasche e incuriositi dagli imprevisti del gioco di squadra. Una scommessa sportiva, ma con i piedi per terra, visto che giocatori e giocatrici della Sporter (le squadre under 14 e under 12 sono miste) si allenano nella piccola e bassa piscina del Canopoleno, dove si tocca. Loro però si divertono e ci credono.

Purtroppo nel centro-nord della Sardegna non ci sono impianti coperti che abbiano lunghezza, larghezza e profondità regolamentari per le partite di pallanuoto. Le squadre Ragazzi (under 14) ed Esordienti (under 12) della Sporter hanno la deroga federale per giocare nella piscina di Lu Fangazzu, ma per gli Allievi (under 16) non esistono partite in casa o in trasferta, soltanto sfide contro avversari più preparati e più riposati. Nei weekend il corteo di auto della Sporter Academy imbocca la 131 in direzione Cagliari e ogni tanto arriva qualche bella soddisfazione, come la recente e netta vittoria (19-5) contro la Promosport Cagliari nella piscina di Sestu.

Alla guida del progetto pallanuoto c’è Roberto Curatolo, 54 anni, romano, buon giocatore in gioventù, una carriera trentennale da allenatore nei settori giovanili, con diversi titoli vinti. Qualche anno fa lui e la moglie (sarda) hanno deciso di trasferirsi a Sassari, dove ora Curatolo è direttore tecnico della piscina del Canopoleno e coordinatore della scuola nuoto Sporter Academy. Stefano Masala, presidente della società, aveva creduto subito nel progetto: “Vogliamo che i bambini facciano un’attività più varia possibile e questa era una grande occasione. Inoltre la pallanuoto è una ‘valvola di sfogo’ per i nuotatori più grandicelli”.

Sono più di trenta i giovanissimi pallanuotisti sassaresi. Pochi continuano a dividersi tra le partite e le gare in corsia, anche perché nuoto e pallanuoto sono due discipline più distanti di quanto si potrebbe pensare. “Quando coinvolgiamo i nuotatori più forti nelle partitelle, li vedi entrare in vasca e immagini che con il loro strapotere fisico possano fare quello che vogliono – dice Roberto Curatolo -. Invece in acqua c’è chi si sente a disagio senza gli occhialini, chi non ama nuotare con la testa fuori dall’acqua, chi si infastidisce per gli schizzi, chi va in crisi se un avversario gli appoggia le mani addosso e lo pressa… Tutto un altro sport”.

E allora quali sono le caratteristiche principali di un pallanuotista? “Fondamentale l’acquaticità, sia come dote naturale sia come abilità acquisita in piscina sin da piccoli. Poi l’attitudine allo sport di squadra: non tutti i ragazzini che si avvicinano al nuoto agonistico ce l’hanno, sono inquadrati nella corsia, mentre quelli della pallanuoto hanno la classica mentalità ‘da campetto’. Infine bisogna saper prendere e dare botte senza tante storie: la pallanuoto è uno sport di contatto, da questo punto di vista si può paragonare al rugby”.

Quanto ai muscoli, arriveranno. “Per iniziare a giocare non è necessario essere grandi e grossi come i pallanuotisti che vediamo in tv – continua Roberto Curatolo -. Il fisico lo metti su in anni di allenamenti. La preparazione è molto diversa da quella del nuoto, dove si ricerca la prestazione e il corpo ideale è longilineo e leggero. Nella pallanuoto bisogna avere massa. Io sono piccolino e giocavo a buoni livelli perché in acqua ero molto veloce, ma quando la partita diventava dura mi trovavo in difficoltà. Alla Sporter abbiamo un sistema basato sulla multilateralità: una volta alla settimana facciamo giocare i bambini con il pallone. Vedono com’è, conoscono gli allenatori e gli altri ragazzi… col tempo, dopo qualche anno di nuoto fatto nella giusta maniera, si capisce chi è più adatto alla pallanuoto. Devo dire che a Sassari ho trovato molti atleti ben strutturati”.

Le squadre della Sporter Academy sono affidate a bordo vasca a Matteo Curatolo, figlio di Roberto. A pallanuoto ha giocato anche la figlia Gaia. Tutti uniti nel culto di uno sport che con i suoi “settebello”, maschili e femminili, ha portato all’Italia decine di vittorie olimpiche, mondiali ed europee. Curatolo vuole scrivere, nel suo piccolo, una pagina di storia dello sport sassarese: “Un po’ di soddisfazioni le abbiamo già avute – ricorda –, con atleti e atlete convocati nelle rappresentative sarde di categoria. L’anno scorso ci siamo piazzati terzi nel campionato regionale ragazzi. Un’allieva del 2009, Gloria Niedda, è in prestito alla Promogest Quartu e probabilmente quest’anno esordirà in serie B. Alcuni atleti che hanno compiuto sedici anni continuano a giocare nel campionato under 18 con l’Atlantide Dolianova, facendo grandi sacrifici per andare ad allenarsi là una o due volte la settimana”.

Pallanuotisti, tecnici e dirigenti, rassegnati a risalire in macchina ogni fine settimana per il lungo viaggio verso sud, sognano un impianto omologato per tutte le discipline natatorie. Viste le centinaia e centinaia di persone – dai bambini agli ottuagenari, dagli agonisti ai salutisti – che frequentano regolarmente le piscine della città, forse Sassari, tra i suoi obiettivi di crescita sportiva e sociale, potrebbe porsi anche questo.

Di seguito, giocatrici e giocatori di pallanuoto della Sporter Academy: