di Marco Ticca *
I love this man!
Un leone, un lottatore indomito che ha messo in campo tutto ciò che aveva e anche qualcosa in più per regalarsi, a 28 anni, il sogno di una semifinale Slam contro il suo amico Jannik.
Non avendo il servizio a cui aggrapparsi nei momenti difficili, Sonego ha dovuto inventarsi di tutto per stare attaccato al bombardiere americano vestito come un bagnino di Forte dei Marmi.
Mille discese a rete, smorzate, volée, smash, colpi da Superman, continue variazioni per non concedere al suo avversario di armare il bazooka e farsi impallinare.
Ci è mancato poco!
Poche palle, in tutti e tre i set che ha perso, potevano girare a sua favore e cambiare l’esito del match. Non è bastato neanche il solito cuore e due gambe da maratoneta, ma è stata un emozione vederlo soffrire, esultare, inventare.
Grazie Sonny
Poco più tardi il povero De Minaur, che aveva già contattato il miglior psicoanalista del continente australiano dal momento del sorteggio, gli ha dovuto firmare un lungo contratto.
Questo fortissimo atleta e grande tennista (numero 8 del mondo!) quando incontra Sinner sembra il coniglio bagnato di agnelliana memoria.
Fa quasi tenerezza vederlo correre da una parte all’altra del campo senza trovare uno straccio di via d’uscita. Mi ricorda quando da ragazzino giocavo contro il muro alla Torres Tennis, e qualsiasi magia potessi inventarmi… vinceva sempre lui.
Shelton è avvisato, dovrà sperare di continuare a servire a 220 Km orari e magari di incappare in un qualche virus intestinale o qualsiasi cosa fosse il malanno dell’altro giorno.
Diversamente anche lui può mettere le canottiere a lavare per il prossimo torneo.
* Presidente Torres Tennis