È slittata al 14 gennaio, dall’11 dicembre quando era prevista, la seduta pubblica presso la Corte Costituzionale riguardante l’impugnazione del Governo della legge regionale della Sardegna che ha sospeso per 18 mesi tutti i progetti di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, anche quelli che avevano già ottenuto l’approvazione o che addirittura avevano aperto i cantieri.
Si tratta di una seduta cui guardano con particolare attenzione gli imprenditori e gli investitori italiani ed esteri interessati allo sviluppo degli impianti per energia green, poiché “si sta creando un contesto in cui sembrano non esserci certezze”, sottolinea Nino Apreda, alla guida insieme al figlio Francesco di Abn Wind Energy, leader nel comparto dell’eolico. “Un’incertezza che- aggiunge l’imprenditore- diventa economica, finanziaria e, conseguentemente energetica, con conseguenze che investono tutto il Paese”.
La vicenda della Sardegna, che a dicembre ha presentato tra l’altro una legge regionale che riduce all’1% le aree idonee all’installazione di parchi e impianti per la generazione di energie, si inserisce nella dinamica che ha interessato in questi ultimi mesi tutte le Regioni e che ha portato il Consiglio di Stato a emettere nei giorni scorsi una sentenza con la quale sospende la loro possibilità di legiferare in materia di aree non idonee all’installazione di impianti green quando in difformità alla normativa nazionale 199/2021, emanata in applicazione della Direttiva europea sulle energie rinnovabili e in linea con gli obiettivi del Pniec, il Piano nazionale integrato energia e clima, e del Pnrr, con gli obiettivi energetici italiani del periodo 2030-2050.
“È necessario che la normativa vigente nelle regioni sia allineata a quella statale- afferma l’imprenditore Apreda- e che, di conseguenza, sia data certezza legislativa a imprenditori e investitori, affinché non si ritrovino a veder rimesso in discussione, come è accaduto in Sardegna, ciò che addirittura aveva ottenuto tutte le autorizzazioni e i via libera definitivi per l’apertura dei cantieri. Queste sono condizioni non accettabili. Creano un danno per l’intero Paese e per gli obiettivi sfidanti che si è dato in materia di efficienza e autonomia energetica”.
In riferimento agli ultimi provvedimenti varati a livello nazionale, Apreda plaude comunque “alle buone intenzioni connesse alla conversione in legge del decreto Ambiente che ha l’obiettivo proprio di promuovere la tutela dell’ambiente e promuovere l’economia circolare e la transizione energetica. Spero che- conclude- le Regione vogliano di conseguenza perseguire gli obiettivi e le semplificazioni previste dalle normative nazionali e comunitarie”.
Fonte: Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it