Legambiente presenta il bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima, evidenziando un 2024 segnato da eventi meteo estremi che hanno colpito duramente l’Italia, con un aumento del 485% rispetto al 2015. Sono stati registrati 351 eventi estremi, con danni causati da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), esondazioni (+24%) e allagamenti (+12%).

Tra le regioni più colpite, l’Emilia-Romagna guida la triste classifica seguita da Lombardia, Sicilia, Veneto e Piemonte. Tra le province, spiccano Bologna, Ravenna e Roma, mentre tra le grandi città, la Capitale è risultata la più colpita, seguita da Genova e Milano.

La Sardegna sotto pressione
Il rapporto fotografa una Sardegna particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, con temperature in costante aumento e impatti significativi su agricoltura, allevamenti e produzione di miele. L’isola è al secondo posto in Italia per eventi legati alla siccità, con invasi pieni solo al 40% (in calo del 10% rispetto allo scorso anno).

Il caldo estremo, combinato con l’aridità, ha messo a rischio non solo la produzione agricola, ma anche la salute degli ecosistemi, con foreste e boschi trasformati dalla persistente siccità. La raccolta del miele è stata drasticamente ridotta, evidenziando le difficoltà degli apicoltori sardi.

Proposte di Legambiente
Legambiente sottolinea la necessità di azioni urgenti per affrontare il cambiamento climatico:

Adattamento e mitigazione: Interventi per il miglioramento della gestione idrica, riduzione delle perdite lungo la rete (attualmente al 51%) e promozione del riutilizzo delle acque reflue.
Agricoltura sostenibile: Introduzione dell’agricoltura di precisione e impianti agrivoltaici per ridurre evaporazione e ottimizzare le risorse.
Superamento della logica di regimazione forzosa delle acque: Puntare sulla rinaturalizzazione dei reticoli idrografici per prevenire alluvioni e garantire una maggiore resilienza agli eventi estremi.
La Sardegna, con i suoi 9 eventi legati alla siccità nel 2024, si trova davanti a una sfida cruciale: essere in prima linea nella transizione ecologica, riducendo drasticamente le emissioni di CO₂ e adottando strategie di gestione sostenibile delle risorse naturali.

Un richiamo alla responsabilità nazionale
Secondo Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, il Governo italiano si è dimostrato impreparato nell’affrontare la crisi climatica. Servono risorse economiche, prevenzione e un’applicazione concreta del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), ancora fermo.

Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, un segnale d’allarme che richiede interventi immediati per preservare il territorio e garantire un futuro sostenibile.