Arriva in libreria “Il caso Volpe 132”, di Pier Giorgio Pinna (Mediando, collana “Controcronache”, 14 euro), dedicato alla tragedia che è stata definita “l’Ustica sarda”. Pinna è stato caporedattore e inviato della Nuova Sardegna e ha seguito sin dall’inizio, insieme a Piero Mannironi, l’inchiesta giornalistica sui misteri che circondano la morte dei piloti Gianfranco Deriu e Fabrizio Sedda. Trent’anni dopo, molti passi sono stati fatti verso la verità. Ma non bastano. E questo libro lo ricorda.
Riportiamo la prefazione di Pier Luigi Rubattu
La nobiltà della cronaca, quella fatta bene. Si va, si vede. Si fanno le domande giuste. Si ascolta e si memorizza. Infine si mettono assieme tutti i pezzi come in un puzzle complicatissimo. Ma non è un gioco. E non è detto che tutte le tessere combacino perfettamente. Forse più che risposte definitive emergeranno altre domande, sempre più logiche e pressanti. La nobiltà e l’onesta della cronaca, che le incriminazioni le lascia agli inquirenti e le sentenze ai giudici.
Il buon giornalismo scava, spiega, amplia lo sguardo. Come in questo libro-inchiesta che Pier Giorgio Pinna dedica alla tragedia del 2 marzo 1994 al largo delle coste di Muravera, quando nella caduta in mare dell’elicottero Volpe 132 della Guardia di Finanza morirono i piloti Gianfranco Deriu e Fabrizio Sedda. Un incidente, o un deliberato abbattimento perché Deriu e Sedda si erano trovati a essere testimoni di segretissimi traffici internazionali e illegali? Uno dei mille misteri d’Italia. La tragedia è stata spesso definita “l’Ustica sarda”: non è mai emersa una verità ufficiale che risulti convincente al semplice esame del buon senso.
Nel libro l’inchiesta giornalistica riparte da dove era cominciata, nel 1997, quando lo stesso Pier Giorgio Pinna, all’epoca redattore capo della Nuova Sardegna, e Piero Mannironi, inviato del quotidiano sassarese, rivelarono che la morte di Deriu e Sedda poteva avere una spiegazione molto diversa da quella dell’incidente. Con tutta probabilità l’elicottero era stato abbattuto: i due militari volavano sul posto sbagliato nel momento sbagliato, e avevano visto qualcosa che non dovevano vedere.
Passo dopo passo, dettaglio dopo dettaglio, con nuovi documenti e nuove testimonianze, il libro rende omaggio alla tenacia di Piero Mannironi (scomparso nel 2021) che mai rinunciò a cercare la verità sull’Ustica sarda. Pier Giorgio Pinna dà le risposte che un cronista può dare e fa ulteriori domande che dovranno pur avere delle risposte. Ah no, scusate, dimenticavo: siamo in Italia.