Sassari. E’ ampiamente noto il contributo fornito dalla gloriosa e meritoria Istituzione Convitto Nazionale Canopoleno di Sassari all’istruzione dei tanti che hanno avuto l’opportunità di frequentarlo. Dalla data della sua istituzione, avvenuta all’anno 1611 per volontà e con fondi del vescovo gesuita Antonio Canopolo, non si contano quanti vi hanno studiato italiano, greco e latino ed in generale ne hanno frequentato le aule del ginnasio e del liceo per apprendere, prima dai gesuiti e quindi da insegnanti laici, profonde conoscenze umanistiche.
Di recente hanno mostrato il grande attaccamento alla scuola dove si sono formati i componenti di un’intera classe, incontratisi dopo mezzo secolo per visitare sia la nuova che la vecchia sede del Convitto, frequentato fino alla maturità. Si è trattato della “terza liceo”, la prima a maturarsi nella nuova, moderna struttura di via Luna e Sole nell’ anno scolastico 1973/74. Grazie alla disponibilità dell’attuale rettore, Stefano Manca, il gruppo di ex studenti (alcuni dei quali si sono riconosciuti nella foto ritraente la cerimonia della posa della prima pietra, tenutasi nel maggio del 1967) ha potuto rivivere l’emozione del suono della campanella, dell’appello. Ha partecipato al simpatico evento anche uno dei loro docenti, professor Giannetto Zara, già docente di italiano, latino e greco ed apprezzato membro interno nella commissione d’esame di maturità, il quale ha tenuto una breve lezione.
I “maturati” non hanno potuto celare grande emozione nel sollevare la ribalta dei medesimi banchi ove sedettero in gioventù e nel sentire lo stridio del gesso scorrere nella lavagna di ardesia.
“E’ stata un bella sensazione quella di far ritrovare la loro scuola a distanza di anni ad ex studenti ancora così legati ad una fase del loro corso di studi- ha commentato il rettore Stefano Manca- a dimostrazione che la passione per la nostra scuola non conosce limiti temporali. Un legame che ritroviamo in tantissimi nostri studenti che rimangono affezionati negli anni al Convitto Nazionale Canopoleno.”