Sassari. Le Quattro Stagioni come metafora delle fasi della vita: questo il filo conduttore del concerto che il celebre violinista Uto Ughi ha offerto ieri sera al Teatro Comunale di Sassari. Le stagioni, simbolo delle tappe esistenziali – dalla nascita alla giovinezza, fino alla maturità – trovano il loro culmine nell’inverno, «la stagione della saggezza», come ha scherzosamente sottolineato Ughi, giunto quest’anno al traguardo degli 80 anni.
Una vera e propria lectio magistralis dove ogni sonetto – primavera, estate, autunno e inverno – è stato spiegato, accennato, sezionato per far comprendere appieno il significato dietro l’opera di uno dei compositori più importanti dell’epoca barocca, Antonio Vivaldi.
«Si tratta di una musica figurativa – ha spiegato Uto Ughi a un pubblico attento – dove si può ritrovare lo scorrere dei ruscelli, la potenza delle tempeste estive e quelle invernali. Vivaldi trovò ispirazione passeggiando per le campagne, annotando tutto ciò che i suoni e l’atmosfera della natura gli suggeriva. Ne Le Quattro Stagioni convergono tutte le sue sensazioni”. Spiegazioni tutt’altro che noiose che hanno permesso di entrare nel mondo lontano (ma senza tempo) di Vivaldi, «un sacerdote che, quando colto da ispirazione creativa, abbandonava i fedeli in panne durante la messa, tanto da essere sospeso!», ha detto Ughi accendendo l’ilarità del pubblico.

Attraverso i brevi estratti dei quattro concerti, Ughi ha saputo mettere in risalto dettagli sonori suggestivi: il crepitio della grandine che picchia sulle tegole di un casale in campagna, le note che evocano il ronzio incessante di mosche e zanzare che disturbano il riposo del pastore, il suono vetroso e fastidioso del freddo invernale fino al canto del cuculo. «Viaggiando per il mondo ho notato che il cuculo emette sempre la stessa nota: una terza minore», ha commentato il violinista con un sorriso.
Un concerto intenso ed evocativo, in cui Ughi ha accostato alcuni estratti musicali a delle opere realizzate da pittori della scuola fiamminga come Rembrandt, Vermeer (l’autore de La ragazza col turbante) e Bosch.
L’orchestra De Carolis ha accompagnato Uto Ughi con maestria, ricevendo elogi da parte del grande violinista, per la sua sensibilità, competenza e duttilità.

Dopo l’esecuzione dell’ultimo dei quattro concerti, arrivano i bis. Non richiesti, ma concessi generosamente da Ughi che, nonostante (o proprio grazie?) all’età, esegue con leggerezza e ariosità musicale ben tre extra: l’adagio de L’inverno; il Primo movimento del concerto per 2 violini, archi e continuo BWV 1043 di J.S.Bach insieme al primo violino di spalla Michelangelo Lentini; infine, la composizione del musicista italo argentino Astor Piazzolla Evocación del inmigrante.

La stagione sinfonica 2024 dell’Ente Concerti “Marialisa de Carolis” si concluderà il 19 ottobre con un concerto lirico-sinfonico al Teatro Comunale, eseguito dagli artisti della Fondazione Siaa (“Sic itur ad astra” – così si sale alle stelle). Questa istituzione musicale senza scopo di lucro, con sede nel Liechtenstein, sostiene giovani talenti all’inizio della loro carriera, avviandoli alla professione e presentandoli al pubblico. L’Orchestra dell’Ente sarà diretta da Daniele Agiman.

Daniela Piras