Cagliari. Secondo il dossier dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, sono 39.556 le imprese femminili in Sardegna, pari al 23,2% delle attività produttive totali. Di queste, 6.060 sono imprese artigiane, con 669 dedicate alle attività digitali. Nonostante un aumento del 2,6% tra il 2018 e il 2023, la conciliazione famiglia-lavoro continua a limitare il potenziale delle imprenditrici sarde.
La segretaria regionale di Confartigianato Donne Impresa Sardegna, Norella Orrù, ha sottolineato la necessità di affrontare le disparità di genere e promuovere una maggiore partecipazione femminile nell’economia regionale. “L’imprenditoria femminile artigiana mostra segni di crescita, ma occorrono sforzi per superare ostacoli come le disuguaglianze di genere e la mancanza di politiche di welfare a sostegno delle lavoratrici”, ha dichiarato Orrù.
Le imprese femminili giovanili in Sardegna sono 4.008, di cui 696 artigiane, mentre quelle condotte da straniere sono 2.838, di cui 351 artigiane. A livello territoriale, la maggior parte delle imprese femminili si trova a Cagliari (16.077), seguita da Sassari-Gallura (12.812), Nuoro (7.556), e Oristano (3.111).
Norella Orrù ha anche lanciato un appello alle istituzioni regionali e nazionali affinché si investa di più per favorire la partecipazione stabile e duratura delle donne nel mercato del lavoro. Ha sottolineato che il contributo delle donne imprenditrici, altamente istruite (il 41,1% delle donne imprenditrici e lavoratrici autonome è laureato), è cruciale per il futuro economico della regione e del Paese, soprattutto in un periodo di inverni demografici come quello attuale.