La spesa mensile per consumi delle famiglie residenti in Sardegna ha registrato nel 2023 un leggerissimo aumento dello 0,3% in valore, ma è crollata in termini reali del -5,78% a causa del caro-prezzi che ha caratterizzato lo scorso anno. Lo afferma Adiconsum Sardegna, che ha realizzato uno studio sulla base dei dati Istat sui consumi degli italiani pubblicati nelle scorse ore.
La spesa mensile media di una famiglia residente in Sardegna si è attestata nel 2023 a 2.233,76 euro, con una crescita minima del +0,32% rispetto all’anno precedente (2.226,60 euro) – analizza Adiconsum –. La regione si piazza al terzultimo posto in Italia in termini di spesa, dopo Calabria (2.007 euro mensili) e Puglia (2.060 euro), lontanissima dal Trentino Alto Adige che registra consumi medi per 3.477 euro mensili a nucleo.
Tuttavia in termini reali la spesa delle famiglie sarde risulta in forte riduzione su base annua, e scende in media del 5,78% sul 2022 – spiega l’associazione – Questo per effetto dei forti aumenti di prezzi e tariffe registrati in regione nel 2023, con l’inflazione annua che si è attestata a una media del +6,1%: questo significa che i cittadini hanno speso di più per acquistare meno.
Un settore particolarmente colpito dai tagli di spesa è stato quello alimentare: per cibi e bevande una famiglia della Sardegna ha speso in media 420,31 euro al mese nel 2023, il 18,8% del totale dei consumi, con una crescita del +7,9% sul 2022, quando i consumi alimentari erano pari a 389,49 euro mensili. Se però si considera il forte incremento dei prezzi che ha colpito la voce alimentari e bevande lo scorso anno, con i listini saliti in media del 10,8% su base annua, la spesa alimentare dei sardi scende in termini reali del -2,9% sul 2022.
“I numeri dell’Istat dimostrano non solo come la Sardegna continui a registrare spese per consumi inferiori alla media nazionale, addirittura -18,4% rispetto alla media italiana, ma anche gli effetti negativi dei rincari sulle abitudini delle famiglie – afferma il presidente Giorgio Vargiu – Per difendersi dal caro-prezzi e far quadrare i bilanci, i cittadini sardi hanno tagliato gli acquisti anche di beni primari come gli alimentari, sottoponendosi ad una dieta forzata e peggiorando anche la qualità dei propri acquisti puntando al massimo risparmio”.