Sassari. La Conferenza Socio Sanitaria della Asl di Sassari ha riunito ieri numerosi amministratori comunali, manager sanitari e rappresentanti sindacali per discutere le problematiche e le prospettive della sanità nell’isola. Nel suo intervento, l’assessore regionale alla Sanità, Armando Bartolazzi, ha lanciato un appello alla collaborazione e alla trasparenza, sottolineando la necessità di distinguere tra interventi emergenziali, come il sovraffollamento dei pronto soccorso, e interventi strutturali che richiedono un impegno a lungo termine.
“Dobbiamo lavorare insieme, in modo onesto e leale, per individuare le azioni davvero necessarie al rilancio della sanità sarda. Per risolvere i problemi strutturali serve il sostegno di tutti, in particolare di assemblee come questa e della politica,” ha dichiarato Bartolazzi, invitando al coinvolgimento delle Università nella programmazione sanitaria e alla creazione di specialisti necessari per il territorio. Un invito alla collaborazione, quindi, per vincere la sfida di riformare la sanità isolana.
Gianfranco Soletta, presidente della Conferenza Socio Sanitaria, ha ribadito l’importanza di un impegno congiunto tra amministrazioni locali e Regione per una riforma capace di garantire un sistema sanitario equo e accessibile per tutti. Ha anche sottolineato i primi segnali positivi della nuova azienda sanitaria del Nord Ovest Sardegna, che sta cercando di risollevarsi dalle difficoltà ereditate dalla gestione dell’Ats-Asl unica.
Durante l’incontro, il direttore generale della Asl n. 1, Flavio Sensi, ha evidenziato l’importanza del ruolo della Conferenza Socio Sanitaria come laboratorio di idee e proposte per affrontare le criticità del settore. Ha inoltre ribadito il fallimento del modello dell’Asl unica, sostituito dalla nuova organizzazione che già sta portando i primi miglioramenti nei servizi offerti.
La presidente della Commissione regionale alla Sanità, Carla Fundoni, ha concluso i lavori ribadendo l’urgenza di una svolta: “Non possiamo permetterci un sistema sanitario che non garantisca le cure necessarie alla nostra popolazione. Dobbiamo lavorare per cambiare rotta e migliorare l’offerta sanitaria.”