Uta. In una nota stampa inviata al giornale, Irene Testa, garante per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ha comunicato i dettagli della visita effettuata questa mattina al carcere di Uta insieme all’assessore regionale alla Sanità, Armando Bartolazzi. Durante l’ispezione al centro clinico della struttura, i due sono stati accompagnati dal direttore del penitenziario, Marco Porcu, e dal Comandante. La garante ha definito l’evento un fatto straordinario, sottolineando che potrebbe trattarsi della prima volta in cui un assessore regionale alla Sanità si reca di persona a verificare le condizioni di un presidio sanitario intramurario.
La visita è poi proseguita presso l’ospedale Santissima Trinità, dove da anni esiste un reparto progettato per rispondere alle esigenze sanitarie del carcere di Uta, ma che non è mai stato reso operativo. Questo reparto, completamente attrezzato con le misure di sicurezza detentiva previste, resta inutilizzato nonostante sia stato concepito per offrire assistenza ai detenuti.
Nella sua nota, Testa ha riportato l’impegno dell’assessore Bartolazzi a rendere operativo questo reparto, come previsto dalla legge, affinché possa essere finalmente utilizzato anche per i ricoveri delle persone private della libertà personale. “Faccio fiducia all’assessore, sperando che i tempi possano essere rapidi,” ha dichiarato la garante, esprimendo la speranza che l’iter burocratico venga velocizzato.
Il carcere di Uta ospita attualmente 715 detenuti, molti dei quali affetti da gravi patologie. “La salute è un diritto che va garantito a tutti, senza eccezioni,” ha ribadito Testa nella sua nota, sottolineando la necessità di garantire un’adeguata assistenza sanitaria anche a chi vive in condizioni di restrizione della libertà personale.
La nota della garante evidenzia l’importanza di integrare il sistema sanitario con quello penitenziario, al fine di assicurare che i diritti dei detenuti siano rispettati e tutelati.