Sardegna. “Il settore socioassistenziale sardo, che nel tempo si è sviluppato prevalentemente intorno all’offerta pubblica e ai meccanismi di “accreditamento, convenzionamento e budget”, evidenzia molte lacune rispetto ad alcune tipologie di servizi offerti. C’è un divario sempre più manifesto tra il bisogno di assistenza e la sua effettiva copertura: la mancata integrazione del sistema con le disuguaglianze territoriali influenzano sia l’accesso alle cure, sia la qualità della vita degli anziani non autosufficienti anche in relazione alla mancanza di risorse adeguate. La carenza di personale qualificato, le difficoltà finanziarie, la difficoltà di integrare i servizi con il resto del sistema sanitario e sociale sta minando la capacità del sistema di rispondere adeguatamente ai bisogni crescenti della popolazione anziana”.
Dalla Uilpensionati Sardegna arriva un appello alla Regione sarda sulla necessità di un rilancio immediato del sistema dell’assistenza domiciliare agli anziani nell’isola.
“Con l’invecchiamento della popolazione che accelera a ritmi sostenuti – spiega il segretario generale della UilP Sardegna Rinaldo Mereu – il sistema di assistenza domiciliare agli anziani in Sardegna si trova a fronteggiare sfide inedite e sempre più complesse che richiedono nuove soluzioni circa le condizioni per costruire e garantire la solidità e sostenibilità del sistema nel tempo e continuare ad offrire risposte essenziali alle persone. Già oggi si avverte la drammatica tendenza che gli anziani saranno sempre più senza figli e sempre più soli e che la situazione “dell’essere soli” condiziona, con l’avanzare dell’età e degli effetti epidemiologici, il livello di autonomia”.
Sebbene la Sardegna attraverso il suo “Sistema integrato dei servizi alla persona” vanti un modello di welfare avanzato rispetto ad altre regioni italiane non solo riguardo le modalità di impiego e valorizzazione delle risorse economiche ed umane, secondo il sindacato dei pensionati la mancata programmazione dell’adeguato fabbisogno di tutti gli operatori sanitari e socioassistenziali e, nel contempo la mancata riforma dei processi di formazione e valorizzazione delle competenze secondo un approccio multiprofessionale e l’introduzione di nuove tecnologie assistive per l’erogazione delle prestazioni, rischiano di danneggiare i progressi fatti fino ad oggi. “Il “sistema” non ha tenuto il passo con la domanda, creando un divario pericoloso che rischia di compromettere l’efficacia del sistema stesso con evidenti ripercussioni sulla qualità delle cure continuative e personalizzate fornite agli anziani”, evidenzia Mereu.
Per questo la UILPENSIONATI chiede un chiaro metodo programmatico, che non è mai stato portato a sistema, per invertire l’attuale grave declino delle risorse professionali a livello tanto ospedaliero che territoriale sugli ambiti essenziali quali la prevenzione, le cure primarie e la continuità assistenziale, in caso contrario nessuna riforma può avere esiti importanti e concreti.
Secondo il sindacato è necessario implementare la capacità del settore socioassistenziale di attrarre e mantenere personale qualificato per la qualità dei servizi con chiare scelte di benessere del lavoratrice/lavoratore, con una migliore qualità del lavoro di cura, con un aggiornamento ed investimento sulle nuove competenze formative, qualificative, retributive.
La sostenibilità del settore “alla luce dell’attuale scarsità del personale e delle mutate esigenze delle famiglie, è compromessa ed è attraversata da un malessere evidente del personale, un molto alto turnover e altrettanta difficoltà nella ricerca di sostituti idonei.
Questo determina, con meno operatori disponibili, che il carico di lavoro per infermieri e gli OSS rimasti aumenti, riducendo il tempo che possono dedicare a ciascun paziente, influendo sensibilmente anche sulla disponibilità dei servizi.
È perciò necessario, attraverso un confronto costruttivo, sviluppare quelle politiche innovative che rispondano adeguatamente, da un lato, all’invecchiamento della popolazione e alle crescenti esigenze di assistenza attraverso la sostenibilità del settore, dall’altra alla crescita del personale di cura, con un adeguamento delle diverse figure professionali rispetto a capacità, responsabilità ma anche motivazione economica e di ruolo svolto nei servizi.
Per la Uilpensionati, l’assistenza domiciliare, inquadrata con modelli integrati, deve sviluppare, in una visione strategica articolata sostenuta da investimenti congrui, esplorando anche fonti di finanziamento alternative, l’efficacia e l’efficienza dei servizi con una stabile e formata occupazione, per una nuova e migliorata continuità assistenziale, in una ricostruita medicina del territorio con servizi pubblici funzionali a garantire dei livelli adeguati di assistenza.
“Invertire questa tendenza è cruciale non solo per migliorare la qualità della vita degli anziani ma anche per assicurare la sostenibilità del sistema di assistenza a lungo termine – spiega Mereu -. Un numero adeguato di infermieri, assistenti sanitarie, OSS, permetterebbe di ridurre la pressione sugli operatori già in servizio, migliorando il loro benessere. Questo, a sua volta, contribuirebbe a trattenere più personale, evitando il circolo vizioso che vede sempre più professionisti cercare altrove condizioni lavorative migliori. Ciò permetterebbe di offrire cure più personalizzate e tempestive, migliorando l’efficacia dell’assistenza domiciliare.
È ormai assodato che l’assistenza di qualità riduce l’aggravamento delle patologie presenti negli anziani, migliorando la loro condizione di salute e riducendo la necessità di ricoveri ospedalieri.
Per queste ragioni la UILP chiede alla Giunta regionale di destinare più risorse alla sanità e al sociale, in modo da integrare le risorse del PNRR e rendere strutturali i finanziamenti per sostenere l’innovazione e l’assunzione di nuovo personale.
Per la UILPENSIONATI è necessario superare la logica difensiva e fare un cambio di passo valorizzando al meglio la possibilità di integrare pubblico e privato in un’ottica di nuovo sviluppo sostenibile del settore.
“Solo attraverso il dialogo e la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti sarà possibile affrontare le nuove sfide poste dall’invecchiamento della popolazione e garantire un’assistenza domiciliare degna e accessibile per tutti gli anziani dei territori – conclude Rinaldo Mereu -. Solo attraverso una visione comune sarà possibile realizzare interventi strutturali, migliorare le condizioni di lavoro degli operatori e fornire un supporto concreto alle famiglie che si trovano a gestire un carico sempre più pesante. Solo così potremo garantire un futuro più giusto e dignitoso ai nostri anziani, un segno concreto della civiltà di cui vogliamo essere portatori”.