Sassari. Si è conclusa con un grande successo la campagna di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare Pratobello 24, organizzata dall’associazione Sa Domo de Totus. Ieri in piazza Castello hanno risposto all’appello di “Sa Domo” i tanti protagonisti dei comitati «se Orgosolo ha rappresentato l’inizio della ribellione rappresentata dalla Pratobello 24, Sassari è diventata presto la capitale dell’opposizione alla colonizzazione energetica con la straordinaria risposta alla mobilitazione organizzata da Sa Domo de Totus» – ha tuonato da sopra il palco Emilio Demuro, uno dei volti noti fin dalla fondazione dei comitati contro la speculazione energetica. In effetti i numeri sono importanti: «abbiamo raccolto oltre diecimila firme solo a Sassari, un risultato che ci consente di presentare la proposta di legge contro la colonizzazione energetica al Consiglio Regionale. Questo è un segnale che non può essere ignorato» – ha dichiarato il presidente di Sa Domo Fabrizio Cossu.

Ad aprire l’evento «la firma è solo l’inizio» il canto della poetessa Clara Farina che ha interpretato i versi dell’inno sardo di Ignazio Mannu, sottolineando che passi come «cando si tenet su bentu est pretzisu bentulare» sembrano brani di una «una canzone scritta oggi».

A seguire si sono alternati esponenti dei diversi comitati sostenitori della Pratobello 24 provenienti da tutta la Sardegna e figure diventate punto di riferimento della proposta: «questa esperienza è l’avvio di un percorso di rivendicazione democratica e di riaffermazione della nostra sovranità» – ha sottolineato Cossu entrando nel merito del simbolismo della penna alzata al cielo «con il gesto simbolico di alzare una penna al vento, abbiamo espresso la volontà collettiva di difendere il nostro territorio e i nostri diritti comunitari e nazionali».

L’evento non si è svolto in un luogo casuale, perché piazza Castello è presto diventata il simbolo del successo della raccolta firme, con le immagini delle lunghe code presto diventate virali sui social.

Nonostante le distanze e le energie profuse per l’organizzazione dei banchetti, non hanno fatto mancare il loro contributo gli attivissimi comitati della Gallura, di Oristano, di Selargius, di Uta, del Sarcidano.

Michele Zuddas, avvocato e animatore del movimento, ha sottolineato il necessario «scontro istituzionale con lo Stato e con esecutivi, spesso tecnici come nel caso del Governo Draghi, che governano in maniera autoritaria e distante dalle esigenze dei territori, applicando schemi e realizzando interessi di portatori d’interesse e non certo dei cittadini sardi».

Presenti anche i consiglieri comunali sassaresi che hanno autenticato le firme e per loro è intervenuta la neoeletta consigliera Martina Marongiu, presto diventata volto della raccolta a Sassari: «il mio più grande dispiacere è che in quelle piazze, ad accogliere le migliaia di sassaresi in cerca di ascolto e di una transizione energetica giusta e compatibile con il territorio, eravamo solo consiglieri di minoranza. La maggioranza non può restare sorda ad un grido di dolore proveniente dalla città, si deve prendere posizione»

 

Attesissimo l’intervento del sindaco di Orgosolo Pasquale Mereu, primo estensore della Pratobello 24 che non ha risparmiato critiche alla Giunta regionale: «come hanno fatto a presentare una legge già morta in partenza, la legge 5, la famosa “moratoria”. Come faceva la Todde a non sapere che nel il famoso decreto legislativo 199, all’articolo articolo 20, comma 6, veniva detto espressamente che non erano contemplate moratorie da parte delle Regioni. La moratoria andava accompagna da una legge forte e credibile per smontare quella che io definisco la transazione predatoria nei confronti della Sardegna che favorisce il nord distruggendo la Sardegna».

Il momento centrale è stato alle 19:00, con il flash mob “una penna al vento”, durante il quale i partecipanti hanno alzato simbolicamente una penna con la scritta «Pratobello24» per rivendicare la volontà politica di far valere l’integralità della legge: «con questo gesto – ha spiegato Leandro Cossu di Sa Domo, – diamo inizio a un percorso democratico che ci porterà il 2 ottobre a Cagliari, a consegnare le firme e a spiegare alla classe politica che noi la legge l’abbiamo letta, l’abbiamo studiata e che non siamo manipolati da nessuno. La nostra volontà di impedire il saccheggio della nostra terra è fermo e maturo. Non faremo un passo indietro. Su le penne al vento questo è solo l’inizio».